AMBIENTECRONACA

Vita sotto i ghiacci antartici

707px-LakeVostok-LocationCRONACA – Nel lago Vostok, sommerso sotto chilometri di ghiaccio antartico, potrebbe trovarsi una sorprendente varietà di forme di vita. In un recente lavoro, pubblicato su PLoS ONE, un gruppo di ricercatori della Bowling Green State University in Ohio, coordinato da Scott Rogers, ha studiato le carote di ghiaccio prelevate nel 1998 alla base del ghiacciaio che ricopre il lago, andando alla ricerca di materiale genetico. Nelle analisi sono state riconosciute tracce di diversi microrganismi, tra cui alcune specie che vivono in condizioni di freddo estremo e altre che si trovano solitamente in ambienti molto caldi, la cui presenza farebbe pensare a sorgenti idrotermali nel lago. I ricercatori hanno trovato anche un batterio che finora era stato visto solo nell’intestino di alcuni pesci. Secondo gli autori dello studio questo potrebbe essere un indizio che il lago, nonostante le condizioni ambientali estreme, possa essere popolato da pesci.

 Il lago Vostok è il più grande dei laghi subglaciali antartici conosciuti ed è il quarto lago più profondo della Terra. Da 15 milioni di anni è sepolto da uno strato di ghiaccio di circa 4 chilometri. La superficie è stata raggiunta solo lo scorso anno da una spedizione russa, ma i carotaggi del ghiacciaio sono disponibili dagli anni ’90. Il lago Vostok è visto come uno degli ambienti più inospitali della Terra ed è ritenuto più simile a luoghi extraterrestri, come l’oceano d’acqua racchiuso sotto la crosta ghiacciata di Europa, un satellite di Giove. Per questo motivo lo studio di eventuali forme di vita presenti nel lago è di grande interesse per avere indizi sugli esseri viventi capaci di vivere in condizioni estreme, su quelli presenti sulla Terra milioni di anni fa, e su quelli che potrebbero trovarsi al di fuori del nostro pianeta.

 Dopo la pubblicazione dello studio però sono già emersi i primi dubbi da parte degli altri esperti e un invito a non trarre conclusioni affrettate. In un articolo pubblicato su Nature, Sergey Bulat, del Petersburg Nuclear Physics Institute di Gatchina, Russia, che in passato aveva collaborato con Rogers negli studi sui campioni prelevati dal lago, ipotizza che ci possano essere state contaminazioni delle carote di ghiaccio analizzate e denuncia altre inesattezze nel metodo utilizzato nello studio. Nello stesso articolo, Rogers difende il suo lavoro, ma per ora sembra impossibile immaginare un acquario preistorico nascosto sotto i ghiacci antartici.

Crediti immagine: NASA, Wikimeda Commons

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