AMBIENTECRONACA

Monitorare i capodogli grazie a una torre per i neutrini

800px-Physeter_macrocephalus1CRONACA – A soli ottanta chilometri a sud-est della punta di Capo Passero, estremo margine meridionale della Sicilia, i ricercatori ascoltano i fondali marini grazie a una torre per il rilevamento dei neutrini.

La torre, che si alza dal fondale per 450 metri e si trova a 3500 metri di profondità, è parte integrante del progetto internazionale Km3Net. L’obiettivo del progetto Km3Net è quello di registrare tramite sensori ottici, posti su diverse torri sparse nei fondali del Mediterraneo, lo “scontro” dei neutrini con l’acqua del mare. Prendendo due piccioni con una fava, sulla torre costruita dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono stati inseriti anche 14 sensori acustici capaci di monitorare l’attività dei capodogli in mare aperto. Infatti, il sistema di rilevamento è in grado di catturare i segnali del passaggio dei cetacei.

Sfruttando la posizione e le caratteristiche della torre, ricercatori provenienti dall’INFN, dall’INGV, dalle Università di Roma Sapienza, Roma 3, Pavia, Messina e Catania hanno già potuto raccogliere i primi dati. Il sistema registra cinque minuti di “rumori marini” all’ora e consentirà agli scienziati di tutelare i cetacei. Sarà infatti possibile non solo valutare il grado di inquinamento acustico dei fondali ma anche calcolare le eventuali rotte di collisione con le navi. L’inquinamento acustico può rappresentare un pericolo per i capodogli impedendo ai vari esemplari di comunicare tra loro.

Il software messo a punto per elaborare i dati dei sensori permette anche di determinare la stazza degli animali presenti e conoscere la dimensione dei capodogli permette agli scienziati di ipotizzarne il sesso e l’età. Le prime rilevazioni, effettuate tra il 23 e il 27 marzo, hanno individuato due esemplari di circa 12 metri.

Una prima esperienza d’ascolto era già stata intrapresa nel 2005-2006, sempre con un apparato dell’INFN, ma il livello tecnologico raggiunto in questa versione permetterà ai ricercatori, secondo Giorgio Riccobene dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, un passo avanti notevole.

Crediti immagine: pubblico dominio, Wikimedia Commons

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