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I gas che non si fanno catturare dal buco nero

666px-Chandra_X-ray_ObservatoryCRONACA – Chandra è un nome che ricorda terre lontane. Chandra, però, non è solo il nome di una divinità induista ma anche del telescopio impegnato nella principale missione della NASA che si dedica all’osservazione del cielo attraverso i raggi X.

Sfruttando le immagini fornite dal telescopio della NASA, i ricercatori hanno fatto grossi passi avanti nello studio del buco nero gigante che si trova al centro della Via Lattea.

I risultati delle ultime osservazioni, pubblicati su arXiv a fine agosto, hanno permesso di scoprire che solo l’1% dei gas che è soggetto all’attrazione gravitazionale del buco nero raggiunge l’orizzonte degli eventi. Con questo termine gli astronomi indicano quella superficie che rappresenta il punto di non ritorno, una volta superato il quale i fenomeni non sono più osservabili. Le immagini raccolte da Chandra mostrano che la gran parte dei gas viene spinta lontano prima che possa avvicinarsi a tale orizzonte. Questo allontanamento dà al gas l’opportunità di acquisire luminosità e proprio questa luminosità è la responsabile della bassa emissione di raggi X dei gas che il telescopio è riuscito a individuare.

Sagittarius A* sorgente di onde radio al centro della galassia della Via Lattea, al cui interno si trova il buco nero, è stata oggetto di cinque settimane di rilevazioni nel 2012. Con la sua distanza di circa 26mila anni luce dalla Terra il buco nero al centro di Sagittarius A* è uno dei pochi buchi neri abbastanza vicini al nostro pianeta da permettere un’effettiva osservazione. I ricercatori hanno verificato che il comportamento di Sagittarius A* non conferma il modello teorico secondo cui i raggi X sono emessi da una concentrazione di stelle più piccole attorno al buco nero. La spiegazione del comportamento dei gas ai raggi X sembra piuttosto che vada cercata in alcuni venti che potrebbero essere prodotti da una distribuzione a forma di disco di giovani stelle dalla grossa massa.

Gli autori, un gruppo proveniente da diverse università come l’Università del Massachusetts, il MIT, l’Università di Amsterdam, hanno di recente pubblicato un paper anche su Science, sempre basato sui dati raccolti da Chandra; nell’articolo veniva presentata l’emissione di raggi X del buco nero supermassivo che si trova al centro della nostra galassia.

Crediti immagine: NASA, Wikimedia Commons

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