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Prima ridere e poi pensare

Figure 1 Running on water in Basilisk lizard (A, Basiliscus basiliscus), and human in our laboratory conditions (B).

NOTIZIE – Ieri sera a Harvard, il premio IgNobel per la fisiologia è stato assegnato ad Alberto Minetti dell’Università degli Studi di Milano e a Yuri Ivanenko della Fondazione Santa Lucia di Roma, per la scoperta di come possiamo camminare sulle acque. Retroscena e applausi. (1)

Il Comitato IgNobel ha esitato a lungo tra le pubblicazioni del professor Minetti sulla biomeccanica del movimento umano prima di scegliere la più degna di un riconoscimento internazionale. Sono molte infatti, e tutte importanti per la riabilitazione di pazienti con gravi deficit motori, sebbene a prima vista sembri improbabile.

A Manchester e poi a Milano, Alberto Minetti e i suoi colleghi hanno documentato – spesso con filmati indimenticabili e articoli su Nature e riviste simili – come potremmo camminare su altri pianeti, i limiti imposti dall’armatura medievale, la performance degli atleti dell’antica Grecia nel salto in lungo; la superiorità dei pony express in Cina nel VI secolo a.C. rispetto a quelli americani nel 1891 ecc. ecc.

Alla fine ha vinto la ricerca pubblicata l’anno scorso su Plos ONE perché rende omaggio a Harvard; il boss del Comitato IgNobel è cocciuto come un mulo; Alberto Minetti suona il pianoforte, canta, è spiritoso e altri partecipanti alla cerimonia volevano conoscerlo. Per meriti puramente scientifici, insomma.

Ecco, in parole sue, il lavoro premiato:

Nell’ambito dello studio degli adattamenti locomotori ad accelerazioni di gravità differenti da quella terrestre, riguarda la possibilità di correre sull’acqua aiutati da un paio di piccole pinne. Questa locomozione sulla Terra è consentita solo a certe lucertole (Basiliscus basiliscus) e uccelli (Svasso cigno). Ma così come ci sono andature che una diversa gravità può rendere molto più difficili (il cammino sulla Luna, ad esempio) ce ne sono altre, precluse normalmente all’uomo, che potrebbero diventare possibili. Tramite lo sviluppo di un modello matematico, sviluppato 20 anni fa da ricercatori della Harvard University, è stato possibile predire: 1) la massima massa corporea che consente a un animale di correre sull’acqua sulla Terra, e 2) la massima gravità che lo permette all’uomo. Le predizioni teoriche sono state confortate da esperimenti di galleggiamento sul posto mentre un’imbragatura computerizzata rimuoveva una quantità impostata di peso corporeo, in modo da simulare i diversi pianeti.
Il risultato è che con la gravità lunare (e anche di poco superiore), la corsa sull’acqua è possibile. Inoltre, misure cinematiche hanno mostrato che, come i cigni, riusciamo a mantenere la testa ad un’altezza praticamente costante durante l’intera manovra (10 secondi), in modo da minimizzare il lavoro meccanico compiuto.

(Scusi, prof, ha sbagliato tutti gli accenti per caso o si tratta di un esperimento sul moto dattilografico?)

Munita di pinne, la redazione di Oggi Scienza, applaude fragorosamente anche i vincitori non italiani degli IgNobel 2013.

Crediti immagine: A. Minetti et al. 2012

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