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Tra gatto e topo? Vince il toxoplasma

800px-Kittyply_edit1CRONACA – I gatti saranno anche notoriamente furbi ma c’è qualcuno che sembra aver capito come raggirare anche loro, sfruttando semplicemente la catena alimentare: il toxoplasma gondii.
Questo protista parassitario è il responsabile della toxoplasmosi, una malattia infettiva che nei casi più gravi, come ad esempio in persone immunodepresse, può portare alla morte. Il toxoplasma riesce a vivere all’interno di molti mammiferi ma è solo nell’intestino dei felini che il parassita è in grado di riprodursi in maniera sessuata, invadere i tessuti dell’ospite infetto e maturare le oocisti, le cisti che sono espulse dall’animale e sono il veicolo di trasmissione dell’infezione.
Il toxoplasma è uno dei parassiti più diffusi al mondo ed è in grado di passare da ospite a ospite, ad esempio dai topi ai gatti, grazie anche alla sua capacità di causare cambiamenti nel comportamento dell’ospite: una volta infettato il topo smette di aver paura dei gatti. Questa caratteristica dell’infezione da toxoplasma era già nota ma si supponeva durasse quanto la permanenza del parassita. Uno studio dell’Università di Berkeley, pubblicato sulla rivista PLOSOne il 18 settembre, ha mostrato invece come queste modifiche comportamentali possano essere permanenti.
Oltre il danno la beffa: anche dopo essersi ripreso dall’ infezione, che si manifesta come un’influenza, il topo non riacquisisce la sua naturale diffidenza verso il suo predatore naturale. Mentre precedenti studi avevano mostrato come i topi infetti da toxoplasma non mostrassero paura verso i gatti anche nelle settimane successive alla guarigione, questa nuova ricerca è riuscita a provare come questa inibizione arrivi a durare anche fino a quattro mesi; un periodo non indifferente viste le aspettative di vita di un topo.
Com’è possibile che un parassita causi dei danni così forti e per un periodo così esteso nel suo ospite?
Ipotesi precedenti sostenevano che queste alterazioni comportamentali fossero causate da una diretta azione del parassita sul cervello del topo ospite, spiegando cosi la persistenza dell’effetto una volta svanita l’infezione. Questa ipotesi è stata però smentita dal nuovo studio poiché gli stessi effetti (assenza di timore di fronte all’odore di urina di gatto) si sono riscontrati utilizzando un ceppo di Toxoplasma non in grado di formare cisti e di infettare quindi il cervello del topo.

Il prossimo passo sarà quindi quello di identificare il “colpevole” di questi cambiamenti nel comportamento dei topi. Recenti studi hanno sottolineato come il Toxoplasma sia in grado di rilasciare delle proteine effettore nelle cellule che non invade, proteine in grado di manipolare le cellule ospite anche senza la presenza attiva del parassita. Secondo i ricercatori del dipartimento di Biologia Molecolare e Cellulare di Berkeley, che hanno condotto questo studio, la causa è da ricercare nel modo in cui il sistema immunitario del topo risponde all’infezione.

Crediti immagine: David Corby, Wikimedia Commons

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Chiara Forin
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