IL PARCO DELLE BUFALE

Grazie dei regali

IL PARCO DELLE BUFALE – Dai tempi dell’Unità, la custode deve molto a Romeo Bassoli, che era il direttore della comunicazione dell’INFN. Le è venuto un brutto magone quando ha aperto i regali arrivati nel fine settimana.

Riflettono la sua idea dell’attività scientifica: fragile ma potente, scettica ma entusiasta, materialista ma fantasiosa, sempre lì a fare e disfare… Bref, umana troppo umana e magnifica lo stesso.

Un regalo è la rivista asimmetrie che parla del divario perennemente in agguato tra visione teorica e misurazioni, per esempio a proposito delle onde gravitazionali. Un altro è l’invito a “Balle di scienza”, una mostra che aprirà in marzo al Palazzo Blu di Pisa, sulle cantonate “prima e dopo Galileo” e sulla loro correzione che “è l’essenza stessa del metodo scientifico”. Fornirà un contesto alla crisi odierna riassunta dalla copertina dell’Economist: una sovrapproduzione di articoli a spese della qualità e dell’utilità sociale dei risultati.

Va rimediato d’urgenza “all’accumulo di pattume”, scrive il settimanale, sopratutto nelle discipline che portano a brevetti, start-up, terapie, prodotti. Ad aspettative di soluzioni miracolose, al decreto sul “metodo Stamina” e alle interrogazioni parlamentari sulla fusione fredda. Riccardo Faccini e altri dodici fisici dell’INFN, dell’Università La Sapienza e dell’ENEA (1) ci rimediano nel terzo regalo: un paper depositato venerdì scorso su arXiv. Racconta una serie di esperimenti svolti tra febbraio e settembre nel tentativo di rilevare i neutroni generati da una cella elettrolitica al plasma, simile a quella della ditta Iorio & Cirillo o all’Hydro Betatron dell’ing. Abundo.

Simile, non uguale.

Riprodurre in ogni particolare il lavoro di Cirillo o di altri – sempre che la loro descrizione lo consenta – significa riprodurne sia gli eventuali errori che i risultati, il cosiddetto experimenter’s regress. Invece Faccini et al. hanno seguito la stessa procedura, aggiungendoci solo un po’ di precisione: strumenti calibrati per distinguere bene il segnale dal rumore di fondo; caccia a ogni possibile fonte di errore; misure fatte, rifatte e confrontate con quelle ottenute da strumenti identici, non collegati alla cella.

Nella sintesi di Giancarlo De Marchis,

Se uso un rivelatore ad indio i neutroni non ci sono; se uso un CR39 e adotto le opportune precauzioni non ci sono ugualmente. Se lascio passare settimane per analizzare o usare il CR39 perché magari sono un fisico dilettante e non ho accesso rapido ai mezzi di misura o il tempo per fare le misure, il CR39 continua a integrare neutroni ambientali e raggi cosmici e dà falsi positivi. Anche col boro occorre andarci cauti.

Nella sintesi del Parco, Faccini e i suoi colleghi evitano di prendere lucciole per lanterne e i neutroni ambientali per quelli generati nella cella da ipotetiche reazioni nucleari a bassa energia (LENR). En passant, insegnano a dilettanti e debuttanti come tradurre in pratica il concetto di misura e che non serve una teoria ad hoc (2) per spiegare un fenomeno ancora da osservare.

La custode si rende conto che la sintesi di Romeo Bassoli sarebbe stata più divertente.
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(1) Tra quelli dell’ENEA, spicca Vittorio Violante, fautore della fusione fredda che in marzo ne perorava la causa e i finanziamenti al Parlamento europeo, dalla deputata Amalia Sartori del PdL.

(2) Teoria detta WLS per Widom, Larsen e Srivastava, sgonfiata da Ciuchi et al. in un commento al quale WLS tentano di pubblicare una replica che da un anno non supera la peer-review.

Crediti immagine: The Economist

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