CRONACA

Separati alla nascita? Da almeno un milione di anni

Rekonstruktionsversuch_eines_NeandertalersCRONACA – La caccia all’antenato comune che collega l’uomo di Neanderthal con gli esseri umani moderni  è lungi dall’essere chiusa. Studiando i profili dentali fossili di alcuni ominidi, uno studio pubblicato su PNAS da un team internazionale di studiosi americani, austriaci e spagnoli, ha rilevato che nessuno dei profili dentali degli ominidi noti si adatta al profilo atteso di un antenato comune dell’uomo di Neanderthal e dell’uomo moderno. Lo studio, infatti, sembra suggerire due aspetti: primo, che i potenziali antenati umani scoperti in Europa siano morfologicamente più vicini agli uomini di Neanderthal che all’uomo sapiens; secondo, che il “bivio evolutivo” che ha portato da un lato all’uomo di Neanderthal  e dall’altro a noi, si sia verificato circa 1 milione di anni fa, molto prima rispetto a quanto si pensasse .

Il genere homo fa la sua comparsa all’incirca 2,5 milioni di anni fa. Ad esso vengono ascritte una ventina di specie diverse, tutte estinte con l’eccezione dell’Homo sapiens. Fra esse appunto l’Homo neanderthalensis, un ominide strettamente affine all’Homo Sapiens, che visse nel paleolitico medio, un periodo compreso tra i 200.000 e i 40.000 anni fa. Nel corso della seconda metà del secolo scorso gli scienziati hanno molto discusso se fosse possibile considerare l’uomo di Neanderthal una sottospecie estinta di Homo Sapiens, oppure se dovesse essere classificato come specie autonoma. La più accurata analisi molecolare in questo senso finora accettata, stima che l’Homo sapiens e l’Homo neanderthalensis si separarono non più di 800.000 anni fa. Lo studio pubblicato ora assume dunque in questo senso una rilevanza significativa, retrodatando il momento di scissione tra le due specie di 200.000 anni.

Nel dettaglio, i ricercatori hanno utilizzato tecniche di analisi morfometrica e di statistica filogenetica per ricostruire la morfologia dentale di un presunto antenato comune, procedendo poi a esaminare reperti fossili di circa 1.200 molari e premolari appartenenti a  13 tipi di ominidi. Alla fine i risultati hanno parlato chiaro: finora nessuno degli ominidi analizzati ha le caratteristiche per essere considerato l’antenato comune tra noi e l’uomo di Neanderthal, anche se ciò non rappresenta certo uno stop per gli scienziati, che stanno già pensando all’applicazione di questa metodologia per studiare la documentazione fossile di altre parti del corpo dei nostri progenitori.

Crediti immagine: State Office for Heritage Management and Archaeology Saxony-Anhalt / State Museum of Prehistory Halle, Wikimedia Commons

Condividi su
Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.