CRONACA

Piccoli ceppi evolvono

800px-KwikthermometersCRONACA – Nuove possibilità per la messa a punto di futuri vaccini contro l’influenza. Alcuni scienziati dell’Università di Cambridge studiando i meccanismi alla base del manifestarsi dell’influenza stagionale, hanno scoperto che in questo tipo di influenze che oltrepassano la soglia dell’immunità del nostro corpo, è sufficiente la sostituzione di un singolo amminoacido per produrre una variazione sostanziale nella risposta immunitaria specifica-virus in soggetti infetti. Il risultato è particolarmente interessante perché fino a questo momento era opinione diffusa tra gli scienziati che affinché l’influenza stagionale riuscisse a sfuggire all’ immunità fossero necessarie almeno quattro sostituzioni amminoacidiche.

I vaccini contro l’influenza lavorano esponendo il nostro corpo alle tre maggiori tipologie influenzali che infettano gli esseri umani, richiedendo al nostro sistema immunitario di sviluppare anticorpi contro questi virus. Una volta esposti all’influenza vera e propria, questi anticorpi saranno poi in grado di debellare il virus. Tuttavia, ogni due o tre anni la componente amminoacida si evolve, impedendo agli anticorpi di riconoscere il nuovo ceppo influenzale. In  questo modo la nuova variazione del virus evita la risposta immunitaria, la quale è invece modellata sui ceppi virali precedentemente incontrati.

I ricercatori hanno creato dei virus con tante varietà di sostituzioni amminoacidiche quante sono le differenti combinazioni di queste sostituzioni, passando poi a testare questi virus su esemplari di furetto per osservare quali sostituzioni o combinazioni causavano lo sviluppo di nuovi ceppi influenzali. Lo studio pubblicato di recente su Science, mostra inoltre che questa singola sostituzione di amminoacidi si verifica solo in sette zone della superficie dell’amminoacido stesso, non in 130 come precedentemente ritenuto, e tutte localizzate in prossimità dell’area in cui il virus dell’influenza si lega e infetta le cellule ospiti, in modo – ipotizzano gli scienziati – da permettere al virus stesso di utilizzare questo sito per riconoscere le cellule da infettare. Secondo gli autori dello studio, questa scoperta aprirà la strada a nuove possibilità nella comprensione di come si evolvono i virus influenzali per riuscire in un prossimo futuro a mettere a punto dei vaccini sempre più mirati ed efficaci.

Crediti immagine: Zwager, Wikimedia Commons

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.