ricerca

Cina 2013: aria fresca in lattina e un supercomputer che misura lo smog

Shanghai_CinaCRONACA – Di questi tempi il lavoro bisogna inventarselo. O almeno questo è quello che sentiamo dire spesso, e anche i supercomputer non sono da meno. Questa è la storia del cinese Tianhe-1A, che nel 2011 era il supercomputer più potente al mondo e ora che è, come dire, in pensione, viene utilizzato per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico.

Sono nuvole pericolose e a volte mortali quelle che vengono tracciate ogni giorno da Tianhe-1A, ma i cinesi hanno imparato a conviverci: la Cina infatti ha raggiunto un triste traguardo, bruciando da sola l’equivalente del carbone di tutto il resto del pianeta messo insieme. Il 70% della produzione energetica cinese fa stretto affidamento su questo combustibile fossile, e come ha sottolineato anche il Time non c’è speranza per il riscaldamento globale finché non risolveremo il problema.

I punti caldi per monitorare l’inquinamento in Cina sono 668 in 114 città diverse, e il supercomputer li tiene d’occhio tutti. A quale scopo? Principalmente quello di allertare la popolazione, segnalando con rapidità le giornate nelle quali è consigliabile rimanere all’interno della propria abitazione. Sembra quasi uno scenario da film, ma è la realtà: i livelli di smog sono peggiorati a tal punto che di recente Harbin, una città di 10 milioni di persone nel nord-est della Cina, ha dovuto chiudere tutte le scuole e gli aereoporti per l’emergenza inquinamento. Anche Shangai, sulla costa est, ha affrontato una situazione simile e ha lanciato l’allerta – in particolare per anziani e bambini – suggerendo di non uscire assolutamente di casa per almeno sette giorni di fila. Nel 2009 la World Health Organization ha stimato che in quell’anno le morti premature dovute allo smog sono costate alla Cina 100 miliardi di dollari, raggiungendo livelli paragonabili al tristemente celebre “Grande Smog di Londra” del 1952.

Eppure una linea guida esiste, l’Air Quality Index progettato dalla US Environmental Protection Agency, ma non può nulla con livelli che superano 50 ovvero venti volte lo standard minimo di qualità dell’aria. Ma l’allarme smog non è certo una novità per i cinesi, e in parallelo sono diventate paradossali le strategie tentate dai media per mantenere la calma e sdrammatizzare. Paradossali e ridicole, come le “Cinque cose positive inaspettate dello smog” elencate il 9 dicembre da un reporter della CCTV, comparse sulla web tv del network (la più grande rete statale cinese) e su un articolo che è stato prontamente cancellato, ma continua a vivere online tra social media e conversazioni indignate. La curiosità prende il sopravvento, perciò eccoli qui:

  • L’inquinamento unisce la popolazione cinese, permettendo di lamentarsi di un problema comune
  • Rende la Cina più ugualitaria, perché dai più ricchi ai più poveri tutti devono respirare la stessa
  • Rende i cittadini più consapevoli: si parla tanto del “miracolo cinese” dal punto di vista dell’industria, perciò va ricordato che anche i primati arrivano con un prezzo da pagare
  • I cinesi sono più divertenti quando hanno a che fare con lo smog: persino tenendosi per mano a volte non si vedono
  • Accultura la popolazione: per informarsi sull’inquinamento i cinesi acquisiscono competenze di meteorologia, chimica, fisica e storia. In più hanno aggiunto i termini “haze” e “smog” al loro vocabolario inglese.

No, non è uno scherzo, è solo sarcasmo tirato per i capelli e non è finita qui. In uno scenario che ricorda molto il Lorax di Dr. Seuss (ma con intenti molto meno malvagi) un imprenditore cinese ha cominciato a vendere aria fresca in lattina, allo scopo di richiamare l’attenzione sul problema dell’inquinamento. Chen Guangbiao, con un patrimonio stimato intorno ai 740 milioni di dollari, vende le sue lattine d’aria a 5 yuan l’una offrendo una vasta scelta di aromi, che spaziano da “Tibet immacolato” fino a “Taiwan post-industriale”.

Come ha spiegato Guangbiao a Fairfax Media lo scopo di questo prodotto non è certo commerciale, ma vuole lanciare un messaggio ben chiaro: la situazione sta diventando così grave che l’idea di imbottigliare aria fresca non rimarrà uno scherzo molto a lungo. “Se non iniziamo a preoccuparci dell’ambiente, nel giro di 20 o 30 anni i nostri figli e nipoti dovranno andare in giro con la maschera a gas, portandosi dietro bombole di ossigeno” ha commentato ai media cinesi. Il milionario non è nuovo ad atti di filantropia legati all’ambiente, e nel 2012 ha donato 5000 biciclette alla popolazione cinese per incoraggiare l’uso di questo mezzo di trasporto ecologico rispetto alle automobili: una voce che potrebbe dunque essere ascoltata, e suscitare nei cinesi una nuova consapevolezza quando apriranno le loro lattine d’aria fresca, con retrogusto di amarezza.

Crediti immagine: Jinsung, Wikimedia Commons

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".