IL PARCO DELLE BUFALE

Andando sul personale

Picture of Buffalo - Free Pictures - FreeFoto.comIL PARCO DELLE BUFALE – Il commento di un autorevole fisico sulla fusione fredda è stato vittima una sospensione protratta. Per scusarsi dell’attesa inflitta al suo autore, il personale lo riproduce in extenso e in via del tutto eccezionale.

La settimana scorsa la redazione ha smesso di gozzovigliare ed è apparsa la risposta del dott.Camillo Urbani alla custode, sempre lusingata quando illustri scienziati prendono il tempo non solo di leggerla, ma addirittura di scriverle. Oltre che di energie alternative, da insegnante di scuola media il dott. Urbani è anche uno specialista di numerose discipline. Sul sito di un’azienda di strumenti digitali per scuole elementari e medie, pubblica per esempio L’universo è mentale, un’autobiografia che sfocia in una teoria generale della conoscenza e nell’unificazione di fisica, fenomeni paranormali e trucchi da prestidigitatore.

Benché molto più breve, un testo sull’origine del linguaggio susciterà senz’altro l’invidia di Noam Chomsky, Luigi Luca Cavalli Sforza e Jacques Mehler (della SISSA, al quale la custode lo raccomanda calorosamente) per l’audace versione cognitivista della teoria di Haeckel secondo la quale “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”:

è interessante il fatto che ogni persona nei primi quattordici, quindici anni di vita ripercorre l’evoluzione intellettiva compiuta dai nostri antenati. Conoscere tale evoluzione significa entrare nel mondo del bambino nelle diverse età e donargli ciò di cui ha bisogno in quel momento.
Verso il 40.000 a.C. dalle grida intenzionali si passa all’introduzione di comandi e si arriva verso il 25.000 a.C. all’attribuzione di nomi a cose e animali: Ai nomi propri si arriva verso il 10.000 a.C

In tema di fusione fredda, la custode notava che quando le misure erano fatte bene, i fenomeni osservati tendevano a svanire. Il dott. Urbani dissente:

Le prove moltissimi tra cui i proff. Focardi e Piantelli le hanno fatte adeguatamente a mio parere di fisico, il dire che devono essere fatte bene è una illazione che deve avere la stessa rigorosa dimostrazione di chi afferma che sono vere. Io lavoro praticamente con la fusione fredda da molto prima di Rossi, cioè da quando Piantelli pubblicò la prima relazione sul giornale il “nuovo cimento” (Rivista scientifica specialistica tra noi fisici) e di stranezze ne ho viste. Il punto è un altro a che livello il fenomeno è ripetibile a comando? Nei miei esperimenti risultava saltuario e casuale.

Non so cosa tu intenda con la frase “ho notato” tu personalmente? O altri hanno detto di aver notato? C’è una bella differenza. Sai molte volte è l’autorevolezza di chi commenta che conta più di ciò che afferma. Focardi era preside della facoltà di fisica di Bologna e se dice che ha immerso il reattore in acqua misurando il calore in eccesso in quel modo… e qualcuno dice che ha sbagliato o gli si da del cretino, o dell’incompetente.

Ignara del fatto che Il Nuovo Cimento fosse riservato ai fisici, la custode aveva infatti notato “personalmente” che le misure ivi pubblicate da Piantelli, Habel e Focardi nel 1994 erano state ivi criticate da Cerron-Zeballos et al. nel 1996. Siccome il prof. Focardi, non era più preside dal 1989, non le è chiaro se il dott. Urbani lo ritenga autorevole lo stesso anni dopo o se l’accenno al secchio vada intesa come “un’illazione”.

Conclude il dott.Urbani:

Ti faccio una previsione…. La fusione fredda sarà molto meno bufala di quanto tu immagini ora. Certo non so invece se sarà industrializzabile visto i capricci che fa.

La previsione ha quasi 90 anni, ma li porta benissimo e ne dimostra 25. Nel 1926 – la custode non c’era personalmente, ma l’ha letto personalmente su Nature nel 1989 – la facevano Fritz Paneth e Kurt Peter su Berichte der Deutschen Chemischen Gesellschaft (59, 2039). La ritrattavano l’anno dopo sulla stessa rivista (60, 808) perché nel frattempo si erano accorti di aver sbagliato le misure.
Nel 1927 Fritz Paneth* che era bravo e onesto, si dava del cretino o dell’incompetente anche su Nature.

* Era anche l’erede del magnifico codice Paneth, ora alla biblioteca di Yale.

Crediti immagine: FreeFoto/CC

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