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“I cinque [o sei, o dieci o quanti per loro] prodotti nocivi da evitare assolutamente”

4153381779_13afdf62fe_oSPECIALE GENNAIO – Quante volte siete incappati in post e articoli con titoli simili negli ultimi mesi? Tante. E quante le persone che, nei commenti, dichiarano di aver buttato tutto ciò che avevano in bagno inorridite dall’INCI dei prodotti in questione? Di più. Dopo aver parlato dei parabeni e del sodium lauryl sulfate, arriva il turno delle altre sostanze sotto accusa; abbiamo chiesto un parere a Elio Mignini, direttore generale della Società italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche (SICC).

Le paraffine vengono spesso criticate in quanto derivati dal petrolio: sono nocive?

Le paraffine sono derivati dei petrolio proprio come gli oli minerali, e in genere vengono utilizzate come fattori di consistenza per dare ai prodotti oleosi una consistenza cremosa. Il processo di lavorazione, tuttavia, prevede che il petrolio venga raffinato, distillato e reso puro. La purezza in questo caso è intesa come purezza farmaceutica [ovvero la percentuale in peso della sostanza rispetto al peso totale della miscela]; se nelle paraffine utilizzate nei prodotti cosmetici viene rispettato il grado di purezza previsto dalle normative non c’è alcun pericolo di tossicità. Sono infatti sostanze citate in tutte le farmacopee del mondo, e ammesse per l’utilizzo cosmetico, e non solo, dalla Commissione europea.

Spesso si legge che sono occlusive, e non permettono ai pori della pelle di respirare. È vero?

Le paraffine utilizzate da sole sono effettivamente sostanze un po’ occlusive: possono ostruire la pelle, e causare a lungo andare problemi come l’acantosi, una patologia dell’epidermide che causa un ispessimento dello strato spinoso (dovuto all’aumento del numero di cellule). Proprio per questo motivo, quando vengono utilizzate nella preparazione di prodotti cosmetici vengono messe in emulsione con altre sostanze, che permettono di lasciar respirare la pelle: le paraffine diventano così compatibili con la cute, senza alcun grado di pericolosità.

Quindi anche sulle paraffine possiamo stare tranquilli?

Assolutamente si. Insieme ad altre sostanze spesso citate, come i siliconi e il sodium laureth sulfate, le paraffine sono le più discusse in rete, specialmente nei blog che si accaniscono sull’argomento. In verità sono tra le più usate in cosmetica, e proprio per questo sono state e sono tuttora anche tra le più studiate dalla Commissione europea. Tutta questa attenzione e i numerosi controlli le rendono molto più sicure di molte altre sostanze che vengono proposte come alternative ‘più naturali’, ma dal punto di vista tossicologico e farmacologico sono spesso anche meno conosciute.

Il grado di purezza quindi è fondamentale, per ogni tipo di sostanza?

Il grado di purezza è determinante non solo per le paraffine, ma per tutte le sostanze che vengono utilizzate in cosmetica. Specialmente quelle definite ‘di origine naturale’, infatti, possono contenere residui di lavorazione chimica; oppure, nel caso di sostanze vegetali, presentare residui dei prodotti utilizzati in agricoltura come pesticidi e diserbanti. Anche nel caso del sodium laureth sulfate, di cui si parla moltissimo, la pericolosità è dovuta proprio a una sostanza che deriva dal suo processo di sintesi chimica, il diossano, che va completamente eliminato perché anche in quantità piccolissime -parliamo di parti per milione- può causare danni all’organismo. Le tanto citate multinazionali hanno in realtà un sistema di controllo della qualità tale da permettere di indagare nei minimi dettagli tutte le materie prime in entrata, e quindi il loro grado di purezza. Proprio per questo è molto meglio affidarsi a prodotti più conosciuti che alle aziende piccole o improvvisate: spesso non si è in realtà ben consapevoli di quello che si sta comprando. Esistono in vendita moltissimi prodotti a gradi di purezza opinabili, che spesso sono più economici ma anche dannosi.

Anche dei siliconi si parla molto, in particolare del dimethicone. Come vengono usati?

Il dimethicone è un silicone derivato dalla chimica del silicio. Tutti i siliconi utilizzati in cosmetica sono ammessi dalle normative europee, mentre c’è una specifica sezione che elenca quelli con caratteristiche negative, come per tutte le sostanze. Va fatta una distinzione ben precisa. Quelli di cui parliamo, contenuti nei prodotti cosmetici che usiamo tutti i giorni, sono selezionati e utilizzati appositamente e perfettamente compatibili con la nostra pelle: non ci sono problemi di tossicità.

Quelli più criticati si troverebbero nei prodotti per i capelli, come i semi di lino. Che effetti hanno?

I siliconi usati in cosmetica hanno effetti positivi sui capelli e sulla pelle a livello sensoriale, e migliorano la spalmabilità dei prodotti. Alcuni di quelli utilizzati, come in questo caso, sono volatili quindi una volta applicati se ne vanno. L’unico vero problema legato a queste sostanze, anche se meno al centro della polemica, è la loro scarsa biodegradabilità. Si accumulano nell’ambiente ma non è certo l’uso cosmetico ad esserne l’unico responsabile; vengono utilizzati in moltissimi altri ambiti come l’edilizia, anche se parliamo di tipologie di siliconi completamente diverse.

E per quanto riguarda i cristalli liquidi per capelli? Contengono siliconi?

I cristalli liquidi per capelli hanno una struttura liquido-cristallina che si può formare a partire da tantissime molecole anche naturali, per esempio le cere. Non si tratta di una sostanza liquida, ma dipende da quali molecole la costituiscono; questa forma fisica è comunque molto interessante, perché permette di stabilizzare i prodotti creando strutture gelificate anche in altri casi come emulsioni e detergenti. Sul capello hanno sostanzialmente una proprietà emolliente, rendendolo più pettinabile, più docile e morbido. Bisogna sempre ricordare che il capello non è un organo vivente, a differenza del bulbo, quindi al massimo si potrebbe voler stare più attenti a quello che entra in contatto con il cuoio capelluto. Nei cristalli liquidi che contengono siliconi, quelli presenti sono volatili e a basso peso molecolare. Lasciano respirare la cute senza problemi, e una volta applicati se ne vanno in breve tempo dal capello, permettendo pettinabilità e asciugatura più facili.

@Eleonoraseeing

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Crediti immagine: Memphis CVB, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".