IL PARCO DELLE BUFALE

De imitatione J.C.

149008main_image_feature_576_ys_4IL PARCO DELLE BUFALE – Breaking News: il ten. col. Guido Guidi denuncia le falsificazioni di Michael Mann nel ricostruire l'”hochey stick”, e i colossali errori che l’Intergovernmental Panel on Climate Change è stato appena costretto rimangiarsi.

In questo mondo incerto e mutevole, sarà di conforto ai lettori sapere che l’alt.uff. delle FF.AA. perde il pelo ma non l’usanza di insultare gli scienziati competenti, lodare il climastrologo Nicola Scafetta e ribaltare il contenuto di un articolo scientifico che cita. A volte cita invece negazioni dell’evidenza e se le attribuisce. Al post “IPCC in retromarcia, se n’è accorto qualcuno?” per esempio, premette una frase sua:

Anche l’argomento di oggi, tanto per cambiare, non lo leggerete sui giornali. Per diverse ragioni, perché è una cattiva notizia per i sostenitori della catastrofe climatica, perché è vera, perché non fa notizia e perché i giornali normalmente non fanno attenzione a queste cose, neanche nelle pagine scientifiche.

Il resto è tratto dalla testimonianza al Senato americano di Judith Curry, ricercatrice del Politecnico della Georgia e fautrice della libertà dei propri clienti di inquinarci il pianeta. Indignato perché i cronisti delle pagine scientifiche non si occupano di politica interna statunitense, il ten. col. Guidi ci pensa lui a dare la “notizia” che ripete un post sì e l’altro pure dal giugno 2007 (impaginazione e note della custode):

  • Assenza di riscaldamento dal 1998 e aumento della distanza tra la realtà osservata e le proiezioni delle temperature; (1)

  • Prove che indicano una sensibilità climatica inferiore (la sensibilità climatica è l’aumento delle temperature atteso in ragione di un raddoppio della concentrazione di CO2 in atmosfera); (2)

  • Prove che l’aumento del livello dei mari tra il 1920 e il 1950 è stato paragonabile a quello del periodo 1993-2012  (ricordiamo che l’aggettivazione ‘estremamente probabile’ è relativa alla sola evoluzione del clima nella seconda metà del secolo scorso); (3)

  • Aumento dell’estensione dei ghiacci antartici (ad oggi ai massimi storici); (4)

  • Scarsa confidenza nell’attribuzione degli eventi meteorologici estremi al riscaldamento globale di origine antropica. (5)

In sostanza, il 5° Report IPCC prende atto del fatto che le temperature hanno smesso di presentare un trend statisticamente significativo negli ultimi 15 anni, ma non fornisce una spiegazione convincente, nel senso che per tutte le spiegazioni proposte si indica uno scarso livello di confidenza scientifica. (6)

(1) Dopo il picco del 1998, il riscaldamento ha continuato ad aumentare, meno rapidamente negli ultimi cinque anni;

(2) Come J.C., su questo punto G.G. si fida dei modelli che accusa in blocco di essere inaffidabili,  le “prove” essendo l’esito di alcune simulazioni;

(3) L’insolito paragone tra 30 capre e 20 cavoli ha consentito a un noto motore di ricerca di ritrovare subito il testo originale;

(4) I ghiacci antartici continentali diminuiscono come e più di prima. Quelli marini stagionali si espandono (4 a) per effetto del riscaldamento oceanico, dimostrava nel 2010 un paper di…  Cliccate ché se lo scrivesse la custode, non ci credereste.

(4 a) L’espansione era già prevista dai modelli nel 1992; una parte di quella estrapolata dai dati satellitari negli anni scorsi sembra dovuta al cambiamento dei sensori utilizzati, rif. anche l’analisi statistica rifatta da Tamino;

(5) Scarsa confidenza nell’attribuzione di singoli eventi;

(6) In sostanza, il “5° Report IPCC” ripete che 15 anni non consentono “di presentare un trend statisticamente significativo”. Nei 18 mesi intercorsi da quando l’IPCC ha raccolto la letteratura scientifica, il riscaldamento più lento della temperatura alla superficie delle terre emerse viene spiegato con un “livello di confidenza” crescente.

Crediti immagine: NASA/GRACE team/DLR/Ben Holt Sr

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