CRONACA

I feromoni nuovi (non proprio) della regina

SONY DSCCRONACA – Milioni di anni di evoluzione per arrivare all’eusocialità, con percorsi molto differenti ma a partire da un antenato comune. Di chi stiamo parlando? Vespe, formiche e api.

Un nuovo studio internazionale con a capo il KU Leuven ha infatti scoperto che in tutte queste specie la struttura chimica dei feromoni prodotti dalle regine è sorprendentemente simile, suggerendo che i segnali emessi dai vari gruppi di insetti sociali si siano evoluti a partire da quelli di un comune antenato. Nella ricerca, pubblicata su Science, gli scienziati spiegano che l’eusocialità negli insetti si basa su una ferrea divisione dei compiti e sulla cooperazione, dall’allevamento della prole fino alla presenza di una casta di lavoratori sterili, proprio a causa dei feromoni prodotti dalle regine.

I ricercatori hanno iniziato a indagare la natura di queste sostanze in alcune specie di imenotteri, creato e studiato dei profili chimici per regine e lavoratrici e, dopo averne ricreati dei campioni sintetici, li hanno testati su vespe, api e formiche. In questo modo hanno potuto osservare gli effetti, e verificare se effettivamente inibissero la fertilità. Hanno così scoperto che questi ‘odori sintetici’ sortivano lo stesso effetto della presenza di una regina (o meglio, dei suoi feromoni): nelle operaie si verificava infatti una scarsa attivazione degli ovari rispetto al normale, e in alcuni individui gli scienziati hanno addirittura notato una vera regressione.

Come è emerso dai profili chimici, i feromoni delle regine di tutte e tre le specie appartengono un’unica classe di sostanze, gli idrocarburi saturi. Questo ha fatto aumentare la curiosità dei ricercatori, che grazie ai dati di studi precedenti hanno così continuato l’indagine, estendendola a un campione di insetti sociali più ampio: 64 specie diverse.
È arrivata così un’ulteriore conferma, perché gli idrocarburi saturi sono risultati essere l’unica classe di sostanze chimiche prodotta in abbondanza da regine e individui fertili rispetto agli altri. A partire anche da quest’ultima scoperta, gli scienziati hanno concluso che si tratta di una tipologia di feromoni che si è conservata negli anni in tutte queste specie, nonostante abbiano cominciato a differenziarsi le une dalle altre circa 145 milioni di anni fa, evolvendo l’eusocialità secondo percorsi differenti.

Questa somiglianza nella struttura chimica dei feromoni in specie così distanti, secondo i ricercatori, fa proprio capo a un antenato comune. Come spiega Tom Wenseleers, autore dello studio, si trattava probabilmente di una specie di insetto solitario, in cui la femmina sfruttava i feromoni per attirare potenziali partner. La conferma si può avere facilmente studiando il comportamento di alcuni insetti solitari osservabili ancora oggi, in cui alcuni dei composti studiati funzionano esattamente in questo modo.

Crediti immagine: Sarah, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".