CRONACA

Nuovi dosaggi per il vaccino contro l’HPV

2755504975_4e2e92a1d1_bCRONACA – Da oggi il vaccino contro il virus HPV (Papilloma virus umano) cambia: sarà più semplice da somministrare, richiedendo ai giovani pazienti di prestarsi a due soli dosaggi al posto dei tre finora previsti. L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato infatti una nuova posologia del vaccino bivalente di GlaxoSmithKline (GSK) contro il papillomavirus umano (HPV) basata su due sole somministrazioni per l’immunizzazione attiva delle ragazzine dai 9 ai 14 anni. Il vaccino a tre dosi era stato approvato nell’Unione Europea per le ragazzine a partire dai 9 anni di età per prevenire le lesioni genitali precancerose (della cervice uterina, della vulva e della vagina) e il cancro della cervice uterina associati ai ceppi di HPV 16 e 18.

In particolare, la novità consiste nel fatto che fino ad oggi in Europa il vaccino bivalente veniva somministrato in tre momenti: una prima volta, una seconda volta dopo un mese e una terza volta dopo sei mesi dalla prima vaccinazione. Da questo momento in poi invece sarà sufficiente un solo richiamo a sei mesi dal primo incontro; in altre parole, è stata eliminata la seconda somministrazione.

In un precedente articolo dedicato alla questione della prevenzione del cancro alla cervice uterina, Luciano Mariani, responsabile dell’unità HPV dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, aveva illustrato brevemente la situazione italiana, spiegando che dal 2007 anche nel nostro paese, con un’adesione di circa il 60% sul territorio nazionale, è presente un programma di vaccinazione gratuita con offerta attiva per ragazze di 12 anni di età. Abbiamo dunque interpellato nuovamente il dott. Mariani per un breve commento sulla notizia.

“Anzitutto va precisato che i vaccini contro l’HPV sono due – spiega Mariani – uno bivalente e uno quadrivalente. A oggi la nuova posologia riguarda solamente il primo dei due, mentre per quanto concerne quello quadrivalente rimangono fissati per ora i due richiami, il primo dopo due mesi e il secondo dopo sei mesi dal primo incontro.”

La decisione dell’EMA è basata in particolare su due studi di GSK – HPV-048 e HPV-070 –  che hanno rilevato come la riduzione da 3 a 2 dosi di vaccino bivalente nelle ragazzine dai 9 ai 14 anni non provochi alcuna variazione circa lo stato e la durata di immunogenicità, cioè la capacità di evocare anticorpi necessari per la protezione clinica. Per quanto riguarda invece la popolazione sopra i 14 anni, il dosaggio rimane invariato per entrambi i vaccini.

“I benefici di questa diminuzione – spiega Mariani – sono essenzialmente due. Il primo nel campo farmaco-economico, con una riduzione della spesa pubblica, in particolar modo nel bilancio regionale, per l’acquisto e la somministrazione del vaccino, che è appunto gratuita per questa fascia di età. Il secondo vantaggio è legato all’adesione da parte dell’utenza. In realtà, continua Mariani, quest’ultimo punto è di grande rilievo, soprattutto laddove l’erogazione del vaccino avviene attraverso le strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale (come l’Italia) e non direttamente attraverso la scuola (come nel Regno Unito o in Australia). Infatti, nel nostro caso c’è una costante riduzione di adesione tra chi pratica la prima dose e chi termina tutto il ciclo vaccinale. È naturale, prosegue Mariani, che nel caso della vaccinazione scolastica non sfugga pressoché nessuno, mentre le necessità logistiche legate al nostro sistema (appuntamento, spostamento) condizionano una perdita di adesione all’aumentare delle dosi. È ragionevole attendersi, quindi, che il passaggio da tre a due sole vaccinazioni possa rivelarsi vantaggioso in termini di copertura nazionale. Infine, conclude Mariani, anche la riduzione di effetti collaterali può giocare un ruolo altrettanto positivo nell’utenza.”

Con questa nuova regolamentazione l’Europa si allinea a risoluzioni già presenti nel mondo. La vaccinazione con due soli dosi è infatti già operativa in altri 12 paesi extra-europei: Bangladesh, Cile, El Salvador, Ghana, Guatemala, Guyana, Honduras, Nigeria, Pakistan, Suriname, mentre gli Stati Uniti rimangono fedeli alle tre vaccinazioni fissate nel 2009 per le ragazze e le donne dai 10 ai 25 anni.

Va infine precisato, conclude Mariani, che fuori Europa, come nella regione canadese del Quebec, sono già operativi programmi con due somministrazioni anche del vaccino quadrivalente, a testimonianza di come le aziende si muovano nell’ottica di migliorare la compliance del target vaccinale.

Crediti immagine: ZaldyImg, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.