CRONACA

Obbligo di OGM?

403px-Zea_maysCRONACA – A novembre 2013 la proposta di autorizzazione passa al Consiglio dei ministri dell’Ue: se approvato il Pioneer Tc1507, mais geneticamente modificato prodotto dalla multinazionale Pioneer, sarebbe il secondo organismo geneticamente modificato accettato dall’Unione Europea, dopo mon810 della Monsanto.

La proposta era nell’aria già dal 2010 e l’Efsa , l’autorità europea per la sicurezza alimentare, incalzata dalla Pioneer aveva già diverse volte espresso il suo parere positivo sul nuovo prodotto.

Ma naturalmente, quando si parla di OGM, la questione è delicata. Dei 28 paesi esprimenti parere, solo 5 si sono dimostrati positivi alla prospettiva Pioneer 1507 (Spagna, Estonia, Svezia, Finlandia e Regno Unito), ben 19 invece si sono espressi contrari all’autorizzazione. Fra questi Italia e Francia. Quattro le voci astenute, fra cui quella forte e sonora della Germania.

La stessa Efsa sembra però aver riconosciuto che il nuovo OGM abbia alcune controindicazioni fondamentali: pare essere infatti nocivo per farfalle e falene non bersaglio, rischio che nelle valutazioni della Pioneer era stato fatto passare come “trascurabile”. Pioneer 1507 inoltre, è stato “programmato” per resistere all’attacco della piralide, letale farfallina devasta colture, grazie all’inserimento di un gene del bacillo turinginese, il suo peggior nemico. Rimane il dubbio che però la piralide possa ben presto sviluppare resistenza alla resistenza.

A gennaio il Parlamento europeo con 385 voti favorevoli, 201 contrari e 30 astensioni approva la risoluzione con cui chiede a Commissione e Consiglio Ue di non autorizzare la coltivazione sul territorio europeo. Ma di fatto il Consiglio europeo non è ancora riuscito a trovare una soluzione a favore o sfavore del mais della Pioneer, in quanto per questo tipo di decisioni ci vuole una maggioranza qualificata, che si basa su voto ponderato, per rifiutare la proposta. Nonostante quindi il palese parere contrario della maggioranza dei paesi membri il protocollo burocratico potrebbe portare in ogni caso all’approvazione della richiesta, in mancanza della famigerata maggioranza qualificata in opposizione. L’Italia insieme ad altri 11 dei paesi contrari si sono rivolti al commissario Ue Tonio Borg, per chiedere che, in assenza di quella qualificata, venga tenuto conto del parere della maggioranza politica.

La posizione dell’Italia è chiara e non si discosta dalle parole che Nunzia de Girolamo aveva usato nel caso di mon810, parole che richiamavano alla tutela della specificità del nostro paese e alla salvaguardia dall’omologazione. “La nostra agricoltura si basa sulla biodiversità e sulla qualità “ diceva Nunzia de Girolamo “e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi”.

Tonio Borg, ha invece insistito invece sulla necessità di procedere per l’autorizzazione, in mancanza di accordo politico fra i 28 paesi, la Commissione deve basarsi su pareri tecnici e dalla prima proposta di approvazione, sottolinea Borg, L’Efsa ha già espresso 6 pareri favorevoli.

Se la commissione europea risolvesse per una decisione positiva, ai paesi contrari rimarrebbe una speranza, quella che venga approvata la proposta di regolamento che modifica la direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata in ambiente di organismi GM . Con questa modifica verrebbe infatti consentito ai singoli paesi di decidere indipendentemente su base socio economica se coltivare o meno sul proprio territorio o parti del proprio territorio il mais geneticamente modificato.

Fonte: Nature

Crediti immagine: Agricultural Research Service, Wikimedia Commons

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Anna Sustersic
Mi occupo di comunicazione scientifica legata principalmente a temi di conservazione della natura e attualmente collaboro in Tanzania con PAMS Foundation sviluppando un progetto dedicato all’uso della comunicazione per la promozione della coesistenza fra uomo a fauna selvatica. Dopo il dottorato in Scienze ambientali, ho ho conseguito un master in comunicazione della scienza presso la SISSA di Trieste con una tesi sulla sensibilizzazione dei giovani alle tematiche scientifiche. Ho lavorato come educatore ambientale presso diverse aree protette. Successivamente mi sono interessata alla scrittura come mezzo per la divulgazione scientifica legata a temi naturalistici/conservazionistici. In quest’ambito sono stata collaboratrice e consulente presso musei scientifici, testate giornalistiche nazionali e internazionali, aree protette, case editrici scolastiche e Istituzioni trattando temi legati alla natura e alla sua tutela. Ho scritto diversi libri e guide per sensibilizzare e divulgare temi legati all’ambiente e la sua tutela: "L’anima Perduta delle Montagne" (Idea Montagna – 2019) e, con Filippo Zibordi, "Sulla Via dell’orso. Un racconto Trentino di uomini e natura" (Idea Montagna, 2016) e "Parco Adamello Brenta – Geopark" (PNAB – 2018).