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Vedere a 5 anni come sarai a 80: forse oggi è possibile

4987815237_45141f4fcd_zRICERCA – È un gioco con cui molti genitori piace divertirsi: come sarà il mio bambino da adulto? Oggi pare che un computer sia finalmente in grado di rispondere alla domanda in meno di un minuto. Un team di ricercatori dell’Università di Washington ha recentemente sviluppato un software per generare in maniera automatica le immagini del viso di un bambino seguendone l’ipotetico invecchiamento. Produrre delle immagini di questo tipo a partire dal volto di un bambino molto piccolo, indicativamente di età inferiore a 5 anni, è la cosa più complessa tra le procedure che simulano l’invecchiamento umano. La forma e l’aspetto del volto di un bambino, e soprattutto la varietà delle sue espressioni spesso cambiano drasticamente con l’età adulta, rendendone difficile la previsione.

Questa tecnica si basa sull’analisi di migliaia di volti di bambini della stessa età e sesso, calcolando le modifiche visive tra i diversi gruppi man mano che invecchiano e applicando poi tali variazioni su un nuovo individuo. Più nel dettaglio, il software è in grado di determinare la disposizione dei pixel a partire da migliaia di foto casuali di volti per genere e fascia di età. Un algoritmo individua le corrispondenze e calcola la variazione media della forma del viso attraverso le età. applicando queste modifiche alle foto di un nuovo bambino. Ciò fa sì che si riesca a prevedere come lei o lui apparirà durante ogni fase della sua vita fino a ottant’anni. Inoltre, per compensare le possibili distorsioni nelle fotografie fatte ai bambini, dovute per esempio a ombre, espressioni particolari, variazioni dovute all’illuminazione, l’algoritmo corregge automaticamente questi fenomeni.

Per testare se gli ipotetici invecchiamenti potevano corrispondere alla realtà i ricercatori hanno infine sottoposto le varie fotografie, quelle originali dei bambini e le ricostruzioni dei futuri adulti, a utenti casuali, esperimento che ha dimostrato come questi ultimi non siano in grado di identificare in modo affidabile quale sia la foto reale e quale la simulazione fatta al computer.

I risultati della ricerca verranno presentati a giugno prossimo nella conferenza IEEE Computer Vision e Pattern Recognition che si terrà in Ohio.

Crediti immagine: Lauren Hammond, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.