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Curarsi all’estero: attivi i punti informativi

800px-flag_of_europe-svgCRONACA – A dicembre scorso avevamo parlato della possibilità per i cittadini italiani di ottenere cure ospedaliere in strutture pubbliche in un paese straniero. Ebbene, il 5 aprile scorso finalmente è entrato in vigore il decreto Decreto Legislativo n. 38 del 4 marzo 2014, che recepisce la direttiva Europea 2011/24/UE.

Ora sarà possibile farsi curare all’estero per qualsiasi tipo di patologia, non solo in casi gravi o estremamente specialistici, ottenendo entro 60 giorni il rimborso delle spese sostenute secondo quanto previsto dal proprio paese per lo stesso tipo di cura. Rimangono invece esclusi i casi di trapianto, i programmi di vaccinazione e l’assistenza di lunga durata. Sarà poi molto più semplice il riconoscimento delle ricette mediche all’estero, che fino a oggi ha rappresentato un deterrente per i bisognosi di terapia farmacologica che volessero recarsi in un paese straniero.

Con l’entrata in vigore del decreto sono attivi anche i punti informativi. Da oggi infatti è funzionante il Punto di Contatto Nazionale sull’assistenza transfrontaliera a cui il cittadino può rivolgersi per chiedere informazioni attraverso uno specifico modulo. È possibile informarsi inoltre sull’area dedicata all’interno del sito del Ministero della Salute, dove sono contenuti gli strumenti normativi ad oggi vigenti e le procedure da seguire per ottenere cure all’interno dei Paesi dell’Unione Europea. Infine, il 4 aprile scorso si è concluso un ciclo di quattro iniziative di formazione per circa 400 operatori nel settore sanitario, condotte dal Ministero della Salute e dal Coordinamento del Tavolo Mobilità Internazionale della Commissione Salute, con il finanziamento del Progetto Mattone Internazionale.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.