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Non solo mercurio: linee guida per pesce in gravidanza

50018558_157278035d_bSALUTE – Una maggiore attenzione al consumo di pesce in gravidanza potrebbe non essere risolutiva come pensavamo, e meno efficace del previsto per ridurre l’esposizione del bambino a contaminanti come i POP, inquinanti organici persistenti. Lo spiega un nuovo studio su Environmental Health Perspectives.

Le donne che eliminano dalla propria alimentazione il pesce durante o poco prima della gravidanza, riducono il rischio del 10, massimo 15%. I ricercatori, guidati da matt Binnington e Frank Wania dell’Università di Toronto Scarborough, hanno considerato vari fattori a partire dal livello di contaminazione ambientale degli inquinanti fino al comportamento delle sostanze chimiche nel corpo, specialmente nelle madri particolarmente attente all’alimentazione durante i nove mesi di attesa.

“Bisogna essere cauti nel dire che le linee guida per il consumo di pesce sono inutili, perché sono in realtà efficaci nel ridurre l’esposizione ai contaminanti che vengono eliminati più rapidamente dal corpo, come il mercurio”, spiega Binnington. “Per quanto riguarda i POP, invece, abbiamo scoperto che non sono molto efficaci”. Si tratta di indicazioni da sempre ritenute fondamentali, in quanto il passaggio di tali sostanze chimiche dalla madre al figlio è molto facile sia durante la gravidanza che durante l’allattamento, e può avere conseguenze significative sullo sviluppo neurale del bambino.

I POP, a differenza del più conosciuto mercurio, sono composti che necessitano di lunghi periodi per essere eliminati, e possono dunque rimanere nell’ambiente a lungo, diffondendosi lungo la catena alimentare e arrivando ad accumularsi nel corpo umano. Seppur la produzione di alcuni, come il DDT e i PCB, sia stata proibita ormai molto tempo fa, nell’ambiente persistono ancora. Una volta ingeriti possono sopravvivere per anni, anche decenni, grazie alle loro proprietà che ne rendono difficile l’eliminazione. “Sostanze come il mercurio, invece, rimangono nel corpo per pochi mesi, e modificando la propria dieta nel corso del tempo si può gradualmente ridurre l’esposizione”, commenta Binnington.

Come spiega Wania, un altro problema è rappresentato dal fatto che le persone vengono informate riguardo a cosa non dovrebbero mangiare, specialmente in gravidanza, ma non esistono linee guida riconosciute che spieghino quali sono le alternative sicure. Sostituire il pesce con la carne è probabilmente il primo provvedimento che viene in mente, ma secondo gli scienziati potrebbe avere conseguenze ancora peggiori, con l’esposizione ad altri contaminanti e la perdita dei numerosi benefici che il pesce porta a livello nutrizionale.

Crediti immagine: tico_24, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".