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Case passive, il consumo energetico crolla

4705818332_e61dfe383c_zSPECIALE APRILE – In Norvegia, con cinque milioni di abitanti, un terzo dei consumi energetici è dato dalle abitazioni:  35 dei 112 TWh (terawattora) che vengono consumati ogni anno. Secondo gli esperti, quello edilizio è dunque il primo settore sul quale bisogna intervenire per raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di sostenibilità energetica. 

Quali sono questi obiettivi? Dopo aver parlato degli obiettivi dell’Europa (qui e qui) prendiamo ad esempio il caso della Norvegia che ha fissato la neutralità energetica al 2030, mentre è comune l’obiettivo delle Nazioni Unite di ridurre le emissioni dell’80% entro il 2050. Secondo uno studio di Stefan Pauliuk dell’Industrial Ecology Programme alla Norwegian University of Science and Technology (NTNU), c’è un modo per far crollare il consumo energetico domestico in Norvegia del 75%, diminuendo le emissioni di carbonio anch’esse di circa il 70%: le case passive.

Il progetto di una casa passiva prevede che i consumi non superino di molto quelli strettamente legati all’attività umana e agli elettrodomestici: un risultato simile è possibile grazie appunto a delle implementazioni passive come un buon isolamento, alta densità, infissi di qualità e utilizzo dell’energia solare oltre al riutilizzo del calore tramite ventilazione. Al momento solo una piccola parte delle case in Norvegia è costruita secondo tali standard, e se “demolire tutte le case esistenti non è un’opzione praticabile, e in ogni caso non sarebbe la più efficiente energicamente a causa delle emissioni della demolizione”, è comunque possibile rinnovarle. “Ci vorranno 40 anni di impegno e grandi investimenti, ma considerando le evoluzioni del mercato energetico e il costo delle emissioni in futuro, questo tipo di provvedimenti si rivelerebbero economicamente vincenti”.

“La cosiddetta energia pulita che produciamo potrebbe essere impiegata in modi migliori rispetto al riscaldamento domestico. Potremmo usarla per le auto elettriche, per sostituire l’industria del petrolio e del metano e come alternativa ai combustibili fossili”, spiega Pauliuk. “Se raggiungiamo gli obiettivi prefissati, e mostriamo al mondo intero che abbiamo intenzioni serie, potrebbe essere un ottimo punto d’inizio”. Pauliuk ha calcolato vari scenari per lo sviluppo fino al 2050 del settore industriale, dei trasporti e in particolare di quello edilizio, stimando il risparmio energetico ottenuto costruendo le nuove case secondo il modello passivo, e adattandovi quelle già esistenti. Le variabili incluse spaziano dall’aumento della popolazione al fabbisogno energetico, dai differenti sistemi di riscaldamento alle emissioni di gas serra, e secondo Pauliuk e gli altri co-autori non esistono modelli precedenti che abbiano tenuto in considerazione tutti questi elementi: mettendo in pratica i provvedimenti al più presto, le emissioni di carbonio potrebbero essere tagliate di oltre la metà in poche decine di anni.

Fonte: Norwegian University of Science and Technology

Crediti immagine: Tõnu Mauring, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".