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Tinkering? Non lo so ma lo faccio

tinkering9_01_121lorenzadaverio_museoscienzatecnologiaLA VOCE DEL MASTER – Per chi ha voglia di passare un weekend diverso dal solito, dall’1 al 4 maggio l’appuntamento è al Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano, con una nuova attività di Tinkering. Ma cosa è il Tinkering? Non ha una traduzione in italiano, arriva dall’Exploratorium di San Francisco e per molti rappresenta la frontiera dei metodi dell’educazione informale. Letteralmente, tinkering vuol dire tentare di riparare o migliorare qualcosa in modo casuale o disordinato, spesso senza alcun effetto utile. Il termine fu usato per la prima volta nel 1300 per descrivere i saldatori che viaggiavano per aggiustare gli utensili domestici più disparati. Oggi si usa la stessa parola per descrivere una metodologia per esplorare la scienza, in cui le conoscenze non vengono trasmesse da un insegnante o tutor in maniera preconfezionata ma si scoprono e costruiscono attraverso l’interazione personale con materiali, strumenti e nuove tecnologie.

Questo progetto è nato una decina di anni fa all’Exploratorium di San Francisco, museo interattivo dedicato alla scienza, all’arte e alla percezione umana. L’idea del museo di Oppenheimer era quella di realizzare delle attività educative innovative che combinino scienza, arte e tecnologie digitali in modo da avvicinare le persone a un fare manuale. Nei primi anni, per indicare un simile approccio si utilizzava il termine “costruzionismo”, per riferirsi a due tipi di costruzioni: di idee e di progetti personalmente significativi. Da subito la filosofia costruzionista ha riscosso grande successo soprattutto tra gli educatori museali, tanto che nel 2009 l’Exploratorium decide di dedicare un intero piano a queste attività e di aprirle finalmente al pubblico col nome Tinkering Studio.

In italiano non c’è una parola unica con cui tradurre tinkering e si usano diverse espressioni per tentare di dare il senso di un’attività del genere. Si dice che il Tinkering è un metodo, un laboratorio, un percorso. È imparare attraverso il fare, avere le mani in pasta, armeggiare con strumenti e materiali secondo il proprio estro creativo, le proprie capacità e conoscenze. È un ambiente in cui rallentare e avere tempo per esplorare i fenomeni di tutti i giorni, curiosare nel mondo della scienza, mettere in pratica le proprie idee e creare qualcosa di nuovo.

“Se proprio vogliamo, si può tradurre ‘dal pensiero all’azione’, ma a me non piace tanto“ suggerisce Stefano Buratti del Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano. “Alla fine Tinkering è un contenitore di talmente tante cose che non mi stupisce affatto che non ci sia una parola italiana per descriverlo”.

Le attività coinvolgono adulti e bambini e non c’è bisogno di alcuna pregressa conoscenza specifica. I laboratori sono molteplici e si parte sempre da materiali semplici che si trovano anche a casa: si possono costruire robot da disegno, giocattoli meccanici, piste per biglie, reazioni a catena e tutto ciò che la propria creatività riesce a inventare.

“In Italia Tinkering lo stiamo portando adesso noi qui al Museo di Milano grazie a una collaborazione con l’Exploratorium di San Francisco. Abbiamo fatto un workshop e ci hanno mostrato la tecnica” continua Buratti. “Il bello è che la gente impara quello che si sente libera di apprendere in quel momento. Lo fa suo e poi in un futuro, se avrà voglia, potrà riprendere alcuni concetti. È tutto molto libero e creativo”.

Le attività in calendario sono davvero molto vaste: il prossimo appuntamento è con le piste per biglie acrobatiche, dall’1 al 4 maggio.

Immagine di apertura: Lorenza Daverio, Museo Nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci. Crediti video: Luisa Alessio (riprese e montaggio), Enrico Miotto (riprese)

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Luisa Alessio
Biotecnologa di formazione, ho lasciato la ricerca quando mi sono innamorata della comunicazione e divulgazione scientifica. Ho un master in comunicazione della scienza e sono convinta che la conoscenza passi attraverso la sperimentazione in prima persona. Scrivo articoli, intervisto ricercatori, mi occupo della dissemination di progetti europei, metto a punto attività hands-on, faccio formazione nelle scuole. E adoro perdermi nei musei scientifici.