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EVENTI – Aperta a Padova una mostra sul padre della statistica italiana

colombo_0EVENTI – Scomparso nel 2012, Bernardo Colombo ha rappresentato una pietra miliare della statistica italiana del secondo dopoguerra, sia come docente che come membro delle commissioni dell’ISTAT. A due anni dalla sua morte l’Università di Padova lo celebra con una mostra che si apre oggi fino al 30 maggio presso il dipartimento di Scienze statistiche dell’ateneo patavino, erede della Facoltà di Scienze Statistiche che lui stesso fondò nel 1968.

Classe 1919, studia dapprima Scienze Economiche e Commerciali all’Università Cattolica di Milano, dove si laurea nel 1941 con una tesi a cui aveva lavorato nientemeno che con Luigi Einaudi. Sono però anni difficili, e Colombo si vede costretto a pochi mesi dalla laurea a partire per il fronte russo, dal quale riesce, contrariamente a molti altri suoi compagni, a rientrare per una ferita di guerra. Tornato in patria decide di passare a studi matematici, ma ancora una volta la storia si frappone tra lui e la sua carriera. È il 1943 e Colombo deve rifugiarsi in Svizzera dopo l’8 settembre per ritornare solo una volta finita la guerra, quando riprende la sua carriera universitaria, prima a Venezia presso l’Ufficio Statistico dell’Ufficio Regionale del Lavoro e poi nel 1956, quando diventerà professore di Statistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1967 viene chiamato dall’ateneo patavino per ricoprire la cattedra di Demografia nella Facoltà di Giurisprudenza e lì nel 1968 crea una vera e propria Facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche e Attuariali.

La dedizione verso questa scienza lo porterà a partecipare a diversi lavori dell’ISTAT e dell’International Union for the Scientific Study of Population (IUSSP), oltre a ricoprire incarichi ministeriali.

Durante i lunghi anni di studio Colombo si dedica molto ai problemi demografici legati alla natalità nel dopoguerra, e quindi alla nuzialità e alla fertilità, ma quello che forse colpisce di più di questo personaggio è il suo interesse verso temi poco legati, specie a quel tempo, al panorama maschile, come la statistica legata al ciclo mestruale. In particolare compie studi di biometria del ciclo mestruale, riguardo all’interazione tra le componenti biologiche e quelle comportamentali della riproduzione, all’interno dello studio sulla storia sia dei singoli individui che delle popolazioni umane.

Un personaggio ancora oggi poco conosciuto dunque, ma con un’interessante storia da raccontare.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.