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Una poetica lotta all’inquinamento

poem2ATTUALITÀ – Combattere l’inquinamento con la poesia: l’idea è tutt’altro che metaforica, e a metterla in pratica sono un chimico e un poeta inglesi.

Da qualche giorno gli abitanti della città di Sheffield, in Inghilterra, possono vedere all’opera il contributo della letteratura sulla qualità dell’aria, alzando il naso di fronte a un edificio della University of Sheffield. Appesa a una parete esterna di un palazzo si può leggere la prima poesia acchiappa-inquinamento che sia mai stata realizzata.

Si chiama “In praise of air”, ed è stata scritta dallo scrittore e poeta Simon Armitage e stampata su un pannello alto 20 metri costruito con materiali in grado di purificare l’aria circostante. Alla base di questa funzione anti-inquinamento c’è la tecnologia con cui è costruito il pannello: il tessuto è rivestito di nanoparticelle di biossido di titanio, che utilizzano la luce del sole e l’ossigeno per interagire con gli inquinanti a base di ossido di azoto. Le molecole inquinanti sono coinvolte in una reazione di ossidazione, che le trasforma in sostanze innocue.

La “poesia catalitica” è stata realizzata con la collaborazione del chimico Tony Ryan, professore dell’University of Sheffield, che ha già lavorato all’idea di applicare la tecnologia di questi materiali a prodotti artistici con il progetto Catalytic Clothing. L’obiettivo è di utilizzare l’arte e il design per introdurre i materiali anti-inquinamento nel nostro abbigliamento e nelle nostre città. In un’altra applicazione del progetto, il gruppo di Catalytic Clothing ha proposto l’utilizzo di un detergente per abiti che contenga lo stesso tipo di nanoparticelle per trasformare i nostri vestiti in strumenti per distruggere gli inquinanti.

Quanto può essere efficace la funzione dei tessuti anti-inquinamento? Il solo pannello della poesia, sostiene Tony Ryan nel comunicato stampa, è in grado di eliminare l’inquinamento da ossido di azoto di circa 20 auto al giorno, al costo di sole 100 sterline in più rispetto al prezzo di un poster normale.

Se siete curiosi di sapere qual è il testo della poesia, qui un tentativo di traduzione (se volete leggerla in originale la trovate a questo sito).

Una lode all’aria

Scrivo una lode all’aria. Avevo sei anni, o cinque,
quando un prestigiatore ha aperto il mio pugno annodato
e io ho stretto in mano l’intero cielo.
Lo porto appresso da allora.

Fai che l’aria sia un dio, la sua presenza
e il suo tocco, il suo latte appoggiato sempre
alle labbra. Che siano una libellula o un Boeing,
stanno appesi al suo nulla trasparente…

Tra le cianfrusaglie ammassate tengo
un forziere chiuso, pieno di spazio vuoto,
e i giorni in cui i pensieri sono ebbri di smog
e la civiltà attraversa la strada

con un fazzoletto bianco sulla bocca
e le auto soffiano baci dalle loro labbra alle nostre,
io giro la chiave, sollevo il coperchio, e respiro.
La mia prima parola, e quella di tutti, è stata aria.

Crediti immagine: University of Sheffield

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