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Riscaldamento globale e sbiancamento degli insetti

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RICERCA – Che il riscaldamento delle temperature a livello globale sia in grado di influenzare anche profondamente la biologia degli organismi e la loro distribuzione è noto da tempo, ma che possa perfino modificare il colore della superficie corporea di alcuni animali non era scontato immaginarselo. E invece, eccoci alle prese con un ulteriore, importante e finora sconosciuto effetto dei cambiamenti climatici in atto: alcune specie di insetti europei si stanno adattando al global warming modificando la colorazione del proprio corpo.

Per le specie eteroterme, quelle la cui temperatura corporea dipende strettamente da quella ambientale, possedere un determinato colore rappresenta molto più di un orpello decorativo, ma può fare la differenza tra sopravvivere o perire.  È infatti solo grazie al calore accumulato che per questi organismi è possibile incrementare il metabolismo e riuscire a compiere movimenti, fondamentali soprattutto per le specie in grado di volare. In questo contesto, infatti, non è un caso che le specie più scure sono solitamente meglio adattate a climi più freddi, in quanto riescono ad assorbire meglio e più efficacemente la radiazione solare (ipotesi del melanismo termico), mentre quelle che vivono al caldo hanno il problema opposto in quanto rischiano di sovrariscaldarsi e assumo spesso colori più chiari. Non fanno certo eccezione gli insetti che, date le loro minuscole dimensioni corporee, hanno anche il grosso problema di disperdere velocemente il calore.

La rivista Nature Communication ha pubblicato in questi giorni un interessante articolo che evidenzia come alcuni insetti europei stiano modificando fortemente sia la loro colorazione corporea che la loro distribuzione a livello continentale in risposta al riscaldamento del clima che sta interessando l’Europa. In particolare, lo studio si è focalizzato sulle comunità di farfalle e libellule (per un totale di 473 specie analizzate), evidenziando un generale schiarimento del loro colore medio. Come conseguenza di ciò, inoltre, i ricercatori hanno mostrato che le popolazioni delle specie più chiare, che solitamente si trovano nelle regioni più meridionali, stanno rapidamente invadendo le aree prima dominate da quelle scure, confinandole a latitudini sempre più elevate (qui una mappa). Sembra inoltre che la superficie ventrale degli insetti sia maggiormente soggetta alle modificazioni indotte dal clima, in quanto quella dorsale, comprese le ali, spesso assolve anche diverse altre funzioni oltre alla termoregolazione, tra cui la capacità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante.

Quello che sorprende di più è che questo trend è stato osservato in un intervallo di tempo piuttosto breve: la serie storica di dati climatici utilizzata nello studio è infatti compresa tra il 1988 e il 2006. Questo effetto a livello continentale sarà certamente più accentuato nei prossimi decenni, spingendo ulteriormente verso il polo le popolazioni di insetti dal colore scuro oppure costringendoli a sfruttare nicchie ecologiche differenti, come l’adattamento a vivere in ambienti ombrosi. Proprio quest’ultimo scenario, concludono i ricercatori, potrebbe essere un utile per mettere in atto mirate procedure di conservazione.

Crediti immagine: Jim McCulloch, Flickr

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Andrea Romano
Biologo e giornalista scientifico, lavora come ecologo all'Università degli Studi di Milano, dove studia il comportamento animale. Scrive di animali, natura ed evoluzione anche su Le Scienze e Focus D&R. Dal 2008, è caporedattore di Pikaia - portale dell'evoluzione