ricerca

I grilli hawaiiani si sono evoluti e non cantano più

6356275993_5edfecb733_b

SCOPERTE – Se pensate ai grilli, la prima cosa che vi verrà in mente è probabilmente il caratteristico suono che gli esemplari maschi emettono con le ali per attirare le femmine. Esistono tuttavia alcuni grilli, che vivono alle isole Hawaii, che hanno perso questa capacità e non si esibiscono più nel tipico canto. Un nuovo studio pubblicato su Current Biology ha scoperto che tale modifica si è verificata in varie isole in modi differenti, ma più o meno nello stesso periodo di tempo.

“Ci sono vari modi per far tacere un grillo”, spiega Nathan Bailey dell’Università di St Andrews. “L’evoluzione per selezione naturale ha prodotto un adattamento simile, da punti di partenza genetici differenti e in quello che – in termini di tempistiche evolutive – equivale più o meno a un battito di ciglia”. Per i grilli hawaiiani questo nuovo silenzio ha ovviamente uno scopo ben preciso. Permette agli individui maschi di nascondersi dalle mosche che li predano, come la specie Ormia ochracea, le cui larve si fanno strada all’interno del corpo dei grilli uccidendoli nel giro di una settimana. Rimanendo in silenzio questi scampano il pericolo e allo stesso tempo riescono ad accoppiarsi, posizionandosi vicino agli individui delle popolazioni che ancora cantano. Un successo evolutivo su tutta la linea, come spiega Bailey.

Il team di ricerca, inizialmente, aveva supposto che questo fenomeno si fosse verificato tra gli individui che abitavano un’isola, migrati poi anche nelle altre. Una volta ispezionate le ali degli esemplari tipici delle isole di Kauai e Ohau, tuttavia, hanno notato differenze molto evidenti nella forma dei vari animali. Ulteriori indagini in laboratorio hanno infatti mostrato che le “ali silenziose” caratteristiche di entrambe le popolazioni potevano essere ricondotte all’attività di singoli geni, locati sui cromosomi sessuali. Sonia Pascoal, ricercatrice del team di Bailey, ha così indagato l’intero genoma dei grilli scoprendo che i geni responsabili erano collegati a diversi marcatori genetici. Lo stesso tratto si era dunque evoluto più o meno nello stesso periodo in due isole differenti, in modo indipendente e attraverso percorsi separati.

Secondo i ricercatori questo fa dei grilli un affascinante esempio di evoluzione convergente, che apre moltissime nuove possibilità di indagine. Il team di Bailey è ora all’opera per svelare nel dettaglio i percorsi (e i geni) coinvolti, oltre al modo in cui questi interagiscono con il resto del genoma del grillo. “Si tratta di un’opportunità straordinaria per indagare l’evoluzione del genoma in tempo reale, nell’ambito di un ambiente naturale”, conclude Bailey.

Crediti immagine: TANAKA Juuyoh, Flickr

blogfest-2012-blog-postTi è piaciuto questo post? Segnalalo per il premio “miglior articolo o post del 2014“ dei Macchianera Awards! Ricordati di scegliere la categoria Sotto42: mia14bestpost! Per saperne di più.

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".