TECNOLOGIA

Streaming, più ecologico dei DVD

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TECNOLOGIA – Dal punto di vista della tutela ambientale, lo streaming batte i metodi tradizionali (come il noleggio o l’acquisto dei DVD) su tutta la linea. Minor richiesta di energia e ridotte emissioni di anidride carbonica. Secondo gli autori di un nuovo studio pubblicato su Environmental Research Letters, la ragione di questa superiorità va cercata nei device moderni come laptop e tablet, molto più efficienti (e che comportano minor dispendio energetico) degli ormai meno diffusi lettori DVD.

Se già non serviva impegnarsi troppo per trovare argomenti a favore dello streaming, che ci permette la visione di un episodio dopo l’altro di Dexter o House of Cards, un punto forte diventa ora proprio la sua maggior eco-sostenibilità. A partire dal fatto che non è necessario uscire di casa, prendere l’auto e guidare fino al negozio o al noleggio più vicino: la riduzione delle emissioni inizia dunque nel momento stesso in cui decidete che film o serie tv volete guardare dopo cena. Per quanto riguarda lo streaming, la parte più significativa del consumo di energia (ed emissioni di anidride carbonica) deriva dalla trasmissione dei dati e aumenta sensibilmente quando il contenuto che viene visionato è in alta definizione.

I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory e della Northwestern University hanno stimato che, se tutto il mercato legato alla visione dei DVD negli Stati Uniti fosse stato convertito in servizi di streaming dal 2011, avremmo evitato emissioni di CO2 per 2 miliardi di chilogrammi e circa 30 petajoule (PJ) di energia. Si tratta più o meno del quantitativo necessario a soddisfare la richiesta energetica di 200mila nuclei familiari americani. Qualche numero per il mercato negli Stati Uniti nel 2011, l’anno preso in considerazione dalla ricerca: secondo le stime sono stati acquistati circa 1,2 miliardi di DVD, per un totale di 17,2 miliardi di ore di visione effettiva. Per quanto riguarda invece lo streaming si parla di 3,2 miliardi di ore di visione tra film e programmi tv: di queste il 20% tramite computer, il 77% via televisione e il 3% usando un device mobile. 

Secondo i ricercatori un’ora di streaming richiede circa 7,9 megajoule (MJ) di energia ed emette 0,4 kg di CO2, mentre la visione di un’ora di DVD tradizionale arriva circa a 12 MJ con emissioni che superano 0,7 kg. Per arrivare a questi risultati gli scienziati hanno confrontato lo streaming con quattro diverse tipologie di visione dei DVD: noleggio da servizi online, noleggio in un negozio, acquisto online, acquisto da un rivenditore. Ne è emerso che lo streaming e il noleggio di un DVD online richiedono un quantitativo di energia molto simile, mentre il noleggio e l’acquisto in un negozio, assumendo che vi sia un percorso da fare in automobile per raggiungerlo, ha un impatto molto superiore. Il risultato in questi termini non stupisce, ma potrebbe anche sottolineare uno dei limiti dello studio (non sempre si utilizza un’auto per raggiungere il negozio), insieme al fatto che la tipologia di servizio di streaming considerata dagli scienziati non comprende la visione di brevi video online con servizi come Youtube, che ospita anche video di maggior durata.

Arman Shehabi, leader dello studio, commenta “si tratta di un equivalente più moderno del dibattito riguardo alla maggior sostenibilità del pannolino di tela rispetto a quello usa-e-getta”. Secondo il team di ricerca, questa scoperta suggerisce in ogni caso che andrebbe aumentata l’efficienza del servizio di trasmissione dei dati online, incoraggiando così la fruizione dello streaming rispetto all’acquisto o al noleggio dei DVD. “Questi miglioramenti si dimostreranno particolarmente importanti in futuro quando, secondo le previsioni, verranno sfruttati molto di più i contenuti video via streaming di quanto si faccia al giorno d’oggi”.

Crediti immagine: John Ward, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".