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Il narghilè batte le sigarette, ma non è più sicuro

4861054243_6c74a101e9_zSALUTE – Mentre l’uso di sigarette tra i giovani americani sembra essere in declino, si fa sempre più strada la diffusione di alternative come i sigari, il narghilè, oppure altri prodotti che non contengono tabacco. Lo ha riportato un recente rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), organismo statunitense di controllo della sanità pubblica. L’articolo che illustra la scoperta, su Pediatrics, identifica il narghilè come il nuovo protagonista tra tutti, diffuso specialmente tra gli adolescenti. Il risultato è emerso dai dati raccolti da Monitoring the Future (MTF), una ricerca annuale svolta in tutta la nazione per ottenere informazioni che possano costituire un quadro su comportamento, attitudini e valori degli studenti delle scuole secondarie americane.

La ricerca MTF coinvolge in ogni edizione circa 130 scuole tra istituti pubblici e privati, attraverso 48 stati degli Stati Uniti, per almeno 15.000 studenti. Gli scienziati del New York University’s Center for Drug Use and HIV Research (CDUHR) si sono concentrati, tra questi, su 5.540 persone (età media 18 anni) e il loro utilizzo del narghilè tra il 2010 e il 2012. Più o meno uno studente ogni cinque lo aveva fumato nei 12 mesi precedenti. “Quello che ci sembra più interessante è che gli studenti con condizioni socio-economiche elevate sembrano i più propensi all’utilizzo del narghilè”, commenta Joseph J. Palamar, professore al Langone Medical Center. “Inaspettatamente, gli studenti con i genitori più istruiti sono più ‘a rischio’ di utilizzo. Abbiamo anche scoperto che la situazione è più comune nelle città, specialmente in quelle grandi. L’uso di narghilé è dunque molto diverso da quello di sigarette, molto più comune nelle zone non urbane”.

Dalla ricerca è anche emerso che non solo gli studenti che fumavano sigarette, ma anche quelli che facevano uso di alcol, marijuana o altre sostanze illecite erano più propensi ad avvicinarsi al narghilé. “L’utilizzo del tabacco e il fumo passivo sono le principali cause di morte evitabili negli Stati Uniti”, commenta Michael Weitzman, co-autore dello studio. “L’utilizzo di sigarette è diminuito del 33% negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni, mentre quello dei prodotti alternativi come il narghilé ha visto un incremento allarmante del 123%. Si tratta di un dato particolarmente preoccupante, data l’errata percezione del narghilé da parte del pubblico, che lo considera un’alternativa sicura alle sigarette mentre ci sono evidenze a supporto del fatto che può essere anche più dannoso”. Si tratta comunque di un utilizzo spesso ritualistico e occasionale, legato ai narghilé-bar, e molti giovani non inalano il fumo. Il fenomeno non sta passando inosservato, e l’American Lung Association ha redatto un rapporto informativo al riguardo, per chiarire i potenziali rischi e limitare la disinformazione.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Sharif / Sean Sharifi, Flickr

 

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".