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La corruzione è nel cervello

8473895049_4455775563_cRICERCA – Perché alcune persone, se messe di fronte all’offerta di una tangente, cedono alla tentazione? Secondo un gruppo di ricercatori cinesi, la risposta a questo quesito si trova nell’emisfero sinistro del cervello. Un’affermazione che ha generato un dibattito etico e scientifico sull’efficacia dell’uso di farmaci o terapie volti a combattere questa tendenza.

La scienza è da tempo alla ricerca di un meccanismo neurale che possa spiegare perché alcune persone deviano dalle norme sociali di comportamento. Uno studio del 2009, condotto da un gruppo di neuroscienziati comportamentali si è recentemente concentrato su una piccola area del cervello appena sopra la tempia, detta giro frontale inferiore sinistro. “Abbiamo scoperto che questa zona ha un ruolo critico quando un individuo si trova di fronte alla scelta tra il bene morale e la ricchezza materiale”, ha riportato il gruppo in un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Behavioural Neuroscience. Il nuovo studio, da parte del team guidato da Shu Li dell’Istituto di psicologia dell’Accademia cinese delle scienze, ha scoperto che più alta è la somma di denaro offerta come tangente, maggiore è la stimolazione che il cervello riceve. Per indagare il fenomeno, i ricercatori hanno messo a punto un gioco per 28 partecipanti. A ognuno sono state offerte quantità di denaro di volta in volta maggiori, da 8 a 3,000 yuan (da 1 a 350 euro).

A ogni offerta, ai volontari veniva chiesto se volessero condividere la somma con gli altri, in cambio di una percentuale, o se invece preferissero rifiutarla, nel cui caso nessuno dei giocatori riceveva nulla. “È simile alla situazione in cui ci viene offerta una tangente, e noi la accettiamo”, spiega Li. I volontari erano posizionati all’interno di una macchina per imaging di risonanza magnetica, che registrava l’attività cerebrale. A questo punto veniva proposta una tangente, e i volontari dovevano rispondere premendo un pulsante per il sì o uno per il no. I ricercatori hanno scoperto che un’offerta di contanti, indipendentemente dalla somma, stimola l’area di ‘benessere’ del cervello: cioè la corteccia prefrontale laterale destra, un’area già ritenuta responsabile dell’adeguamento alle norme sociali, e le cortecce insulari bilaterali. Queste due zone si trovano rispettivamente nella parte anteriore e laterale del cervello.

Quando i volontari decidevano di accettare una percentuale della somma, il loro giro frontale inferiore sinistro si attivava più intensamente rispetto alle altre regioni; e più alta era la somma offerta, maggiore l’attività del giro. Non tutti i partecipanti hanno però risposto allo stesso modo alle offerte alte. Le persone con un giro più attivo hanno mostrato una tendenza particolarmente forte a sacrificare la correttezza ai soldi – in altre parole, è stato più facile corromperli.

“Questi risultati ci permettono di arrivare a una migliore comprensione delle cause e delle modalità della corruzione”, continua Li. Secondo Jianqiao Ge, neurologa all’Accademia di studi interdisciplinari avanzati dell’università di Pechino, studiare le funzioni cerebrali dei funzionari corrotti potrebbe portare alla scoperta del legame fisico con questo comportamento. “È un argomento interessante per la scienza, oltre a essere importante per la società”, afferma Ge. E questa considerazione vale tanto per la Cina che per l’Italia.

Attualmente, in Cina è stata varata una gran quantità di misure contro la corruzione: praticamente il giro di vite più consistente dai tempi della costituzione della Repubblica Popolare nel 1949. Secondo stime ufficiali, dall’ascesa al potere del presidente Jinping Xi nel 2012, più di trentamila funzionari di governo sono stati perseguiti per aver accettato bustarelle. Una vera e propria Tangentopoli cinese. Tuttavia, Ge riconosce che scansionare i ‘cervelli corrotti’ presenta numerose difficoltà tecniche. Per poter fare delle comparazioni, infatti, bisognerebbe prima stabilire un modello di ‘cervello normale’. E a chi dovrebbero essere paragonati i funzionari? Ai cittadini ordinari o ad altri funzionari di governo sottoposti a pressioni lavorative equivalenti?

Jun Cao, neuroscienziato dell’Istituto Kunming di zoologia, sempre parte dell’Accademia delle scienze, avverte che qualunque studio su questo tema non potrebbe prescindere dal consenso non solo degli interessati, ma anche del governo. “Il problema principale per studi simili non è scientifico, ma politico”, Cao. “Senza autorizzazione, a nessuno scienziato sarà permesso scansionare il cervello di ex funzionari del governo in carcere. E senza una decisione delle alte cariche del governo, nessun istituto scientifico oserebbe mai finanziare o approvare il progetto”.

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Crediti foto: Chris Potter, Flickr

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