CRONACA

Neuroscienziati in rivolta contro il megaprogetto sul cervello digitale

http://commons.wikimedia.org/wiki/Neuron?uselang=it#mediaviewer/File:PLoSBiol4.e126.Fig6fNeuron.jpgCRONACA – Si è trasformato in rivolta il malumore che già dall’inizio covava in parte della comunità dei neuroscienziati europei intorno allo Human Brain Project (HBP), il megaprogetto che punta alla simulazione completa di tutte le attività del cervello umano: uno dei flagship project da oltre un miliardo di euro della Commissione europea. Il 7 luglio scorso, infatti, oltre 150 ricercatori hanno firmato una lettera aperta inviata proprio alla Commissione, con l’invito a cogliere l’occasione della incombente fase di rivalutazione del progetto, in programma a breve, per «controllarne attentamente sia gli aspetti scientifici sia la gestione».

Come dicevamo, un po’ di malumore c’è sempre stato, a causa di un approccio ritenuto da alcuni troppo ristretto, troppo concentrato sull’aspetto della simulazione. Secondo i critici non è ancora il momento per un approccio del genere: ne sappiamo ancora troppo poco per pensare di ricostruire al computer fisiologia e patologia di un organo così complesso. Le cose sono ulteriormente peggiorate poco più di un mese fa, quando una riorganizzazione dell’HBP ha portato di fatto all’esclusione delle ricerche in ambito cognitivo dal nucleo principale di attività del progetto stesso.

Da qui la preoccupazione che HBP sia ormai fuori strada e si candidi a un fallimento, che potrebbe essere tanto fragoroso quanto alte erano state le aspettative sulla possibilità di costruire davvero un’impresa collaborativa europea orientata alla migliore comprensione del funzionamento del cervello umano. Per questo, i firmatari della lettera e i successivi aderenti – ormai più di 500, tra i quali diversi italiani, come Giacomo Rizzolatti e numerosi ricercatori della SISSA di Trieste – chiedono una rivalutazione trasparente e indipendente dello Human Brain Project e, nel caso in cui questo non sia possibile, una riallocazione dei suoi fondi a singoli gruppi di ricerca che si occupino dello stesso obiettivo fondamentale del progetto: capire come funziona il cervello. Nel frattempo, in quello che appare come un tentativo di boicottaggio, i firmatari si impegnano a non partecipare a progetti finanziati nell’ambito di HBP.

Naturalmente la risposta non si è fatta attendere, sotto forma di una dichiarazione ufficiale in cui si ripercorrono natura, finanziamenti, organizzazione e obiettivi dello Human Brain Project, senza per altro andare davvero a fondo sulle singole questioni. Mentre in un’intervista rilasciata a BBC News, il direttore del progetto, Henry Markram, aveva commentato la lettera aperta parlando di naturale opposizione a un radicale  cambiamento del paradigma scientifico.

Vista l’importanza dei tanti aspetti in gioco, Oggi Scienza tornerà presto sulla questione con ulteriori approfondimenti.

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Valentina Murelli
Giornalista scientifica, science writer, editor freelance