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Nutrizione pediatrica: fondamentale il coinvolgimento dei genitori

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SALUTE – Nel periodo che va dai tre ai cinque anni, i bambini sovrappeso e quelli che soffrono di obesità infantile rispondono meglio ai trattamenti, per esempio un intervento psicologico accompagnato da un percorso nutrizionale mirato, quando li seguono insieme ad almeno uno dei genitori. Lo ha spiegato un nuovo studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, condotto dall’Università di Buffalo e dal Women and Children’s Hospital di Buffalo. Secondo gli esperti, si tratta della conferma che l’approccio utilizzato finora non solo è obsoleto ma anche inefficace, e che è giunta l’ora di coinvolgere tutta la famiglia quando si tratta della salute dei bambini, e di educarli secondo uno stile di vita sano a partire dalle abitudini quotidiane.

I 96 bambini coinvolti dal team di ricerca erano tutti sovrappeso oppure obesi, con almeno uno dei genitori che soffriva dello stesso problema di salute. Se nel caso dei primi si trattava di ristabilire un corretto regime alimentare (accompagnato da attività fisica e abitudini salutari) per garantire una crescita adeguata e proporzionata, per i secondi il trattamento era invece mirato al dimagrimento vero e proprio. I partecipanti sono così stati divisi in due gruppi che hanno seguito percorsi diversi, per capire quale fosse la modalità più efficace affinché i bambini crescessero in maniera proporzionata in peso e in altezza. Nel primo gruppo erano solo loro a seguire i trattamenti previsti dagli esperti, nel secondo invece veniva coinvolto anche il genitore.

Se i bambini trattati insieme al padre o alla madre sono riusciti a riacquistare abitudini salutari e un ritmo di crescita adeguato, riavvicinandosi all’indice di massa corporea consigliato (con il genitore che, a dieta, a sua volta dimagriva efficacemente), quelli del secondo gruppo, che affrontavano il trattamento da soli, hanno ottenuto risultati meno positivi, mantenendo in parte il sovrappeso mentre il peso corporeo del padre o della madre è rimasto quasi immutato. Come spiega Teresa A. Quattrin, “lo studio è importante perché sapevamo già quanto sia critico iniziare presto a trattare i bambini sovrappeso e obesi, ma esistevano finora pochi dati riguardo a quali siano le pratiche più efficaci per quelli più piccoli”.

Il coinvolgimento dei genitori è risultato fondamentale: padri e madri tenevano infatti dei diari alimentari -in cui veniva preso nota anche dell’attività fisica- oltre ad avere il compito categorico di evitare determinati alimenti e bevande troppo ricchi di zuccheri sia per sé che per i figli. La ricerca fa parte del Buffalo Healthy Tots, iniziativa promossa e finanziata dal National Institute of Health proprio con l’obiettivo di confrontare gli approcci pediatrici più tradizionali con quelli che coinvolgono l’intera famiglia, e determinare le pratiche più efficaci e mirate a portare benefici a tutti i componenti del nucleo.

 Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Zaqqi, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".