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Arte e ambiente: Change As Art

Cheryl Gladu è un’artista e designer canadese con il pallino per l’ambiente e per i progetti che favoriscano il cambiamento del tessuto sociale locale. Con il sostegno della Concordia University di Montreal (Canada), dove è ricercatrice all’interno del Centro per la gestione sustenibile d’impresa, ha cominciato a costruire un database dei progetti che hanno fatto ricordo a una qualche forma artistica per tentare di risolvere un problema ambientale o sociale. Il database, in continuo aggiornamento, si chiama Change As Art ed è in continua crescita, sebbene – parole della stessa Cheryl – “sono comunque limitata dal fatto che parlo e capisco solo inglese e francese: chissà quanti progetti mi sto perdendo”.

Nella sua città, Montreal, è intervenuta a EcoHealth 2014, conferenza del settore emergente degli studi multidisciplinari a cavallo tra ambiente e salute, presentando alcuni dei suoi progetti preferiti. In questi esempi, l’intervento dell’artista non è stato solitario, ma si è inserito in un contesto più ampio, quasi sempre lavorando con una comunità di persone, fossero esse scienziati, esponenti della pubblica amministrazione o semplicemente volenterosi curiosi.

1) Rhine Water Purification

“Si tratta di un lavoro pionieristico”, spiega Cheryl Gladu, “realizzato in tempi in cui il tema della sostenibilità non era così diffuso”. L’oggetto realizzato da Haans Hacke permette la purificazione dell’acqua che altrimenti sarebbe finita nel bacino del Reno nelle vicinanze della città di Krefeld in Germania. “Si tratta di un sistema di pufiricazione (oggi esposto al museo Haus Lange, Ndr) che è anche esteticamente molto bello”.

2) Time Landscape

Un angolo di foresta precolombiana nel centro di New York City. Alan Sonfist, l’ideatore, lo ha concepito nel 1965 con l’idea di recuperare la flora che esisteva nell’area della città prima che arrivassero i colonizzatori europei. Nel 1978 finalmente il progetto si concretizzò e da allora è curato da volontari e gestito dal comune. “C’è tanta land art dietro a questo progetto”, racconta Cheryl Gladu, “con uno spazio verde non particolarmente grande che non è curato come un giardino o un parco, ma è una vera e propria porzione di foresta”.

3) Allmans Boneyard and Salina

Il recupero di oggetti che rende evidente il difficile rapporto che l’uomo ha con la natura. Gli artisti Christopher Carl e Evan Blondell hanno “girato in canoa lungo il corso del fiume Salina che passa a Urbana, in Illinois, raccogliendo oltre 50 carrelli della spesa che vi erano finiti dentro”. I carrelli sono diventati l’ossatura di una esibizione permanente che ha trasformato un garage abbandonato in un ricordo dell’importanza dei fiumi che attraversano lo stato dell’Illinois. Sono fiumi che hanno progressivamente perso di importanza per gli scopi economici delle comunità locali, che li hanno progressivamente dimenticati.

4) Spoil’s Pile

Lo studio Harrison di Kelen Meyer e Newton Harrison hanno reclamato una cava abbandonata nello stato di New York e nel corso di due anni l’anno trasformata in un’area verde. Il materiale organico necessario è stato fornito dalla collaborazione di comuni, aziende, privati che hanno “donato” complessivamente oltre 3000 camion di detriti, che lo Stato di New York ha parzialemente detassato. Ora lo spazio è parte dell’Art Park ed è una piacevole area verde con alberi e prati.

5) Echigo Tsumari Art Field

La regione giapponese di Echigo Tsumari ha subito uno progressivo spopolamento, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Il governo locale, nel 2000, ha deciso di trasforamre un’area verde in una “gigatesca galleria d’arte a cielo aperto”, spiega Cheryl Gladu, “riuscendo in questo modo anche a riattrarre forza lavoro”. L’Art Field ospita anche una triennale d’arte in cui gli artisti sono invitati a realizzare installazioni permanenti che si inseriscano armoniosamente con l’ambiente naturale. Al momento ve ne sono circa 160 e il festival ha raggiunto una dimensione internazionale.

6) Elevated Wetlands

Un coltura idroponica realizzata con plastica riciclata che si sviluppa su 6 sculture a forma animale di polistirolo. “Le sculture non solo ospitano le piante”, spiega Cheryl Gladu, “ma contribuiscono anche alla purificazione dell’acqua”. C’è una pompa a energia solare che fa girare l’acqua del vicino fiume Don. La plastica deriva soprattutto da bottiglie e da interni d’auto riciclati.

7) Smog Tasting

Un’idea che ricorda le performance artistiche. Voluta dall’Istituto di scienze gastronomiche di Bangalore, si basa sull’idea che il 90% del bianco d’uovo sbattuto è costituito da aria. Mangiandolo, quindi, è teoricamente possibile assaggiare l’aria inquinata della città indiana. E sempre in linea teorica, come un degustatore di altro genere di alimenti, dovrebbe essere possibile distinguere i “bouquet” di sostanze che si trovano nell’aria di quartieri diversi di una città.

8) Edible Garden

L’orto urbano prima della moda degli orti urbani. L’idea è di recupera spazi cittadini abbandonati e trasformarli in piccoli centri di produzione alimentare autogestita. Il punto è che, trattando dell’idea dell’artista Nils Norman, “i giardini oltre che essere capaci di produrre ortaggi”, spiega Cheryl Gladu, “sono anche esteticamente estremamente curati”. Attualmente i giardini sono due e sono gestiti da un gruppo di persone che vive nelle vicinanze.

9) Intersection Repair, City Repair

Un gruppo di cittadini ha deciso di riappropriarsi degli incroci stradali cittadini. L’intervento è costituito da una vera e propria festa per dipingere lo spazio vuoto all’incrocio tra le strade, con il doppio scopo di abbellirlo e rafforzare i rapporti di vicinato. Un effetto secondario è che i dipinti colorati hanno l’effetto di far rallentare le auto che vi transitano: “si tratta della costruzione di una vera e propria piccola piazza pubblica”.

Immagini tratte da Changeasart.org

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it