SCOPERTE

Linguaggio animale: tutt’altro che semplice

3047314457_4811da2a08_oSCOPERTE – Il linguaggio tra animali è molto più simile a quello umano di quando non si creda.

Ululati, cinguettii, miagolii e tanti altri: questi sono solo alcuni dei versi degli animali più conosciuti. Ma quanto è complesso il linguaggio animale? Numerosi scienziati da tempo stanno cercando di capirlo. Innanzitutto finora si pensava che tali sequenze vocali avessero caratteristiche profondamente diverse dal linguaggio umano; questo anche perché non si era mai riusciti a trovare passaggi evolutivi intermedi tra i due modi di comunicare. Da questi elementi gli scienziati avevano ipotizzato che le sequenze vocali animali, per quanto complesse, potessero essere ricondotte a un modello matematico-statistico, e in particolare alle catene di Markov. L’ipotesi era che la probabilità della singola unità di linguaggio potesse essere calcolata dalla storia di solo un numero finito di elementi precedenti. In altre parole, i suoni erano piuttosto casuali e mancavano di quella complessità tipica del linguaggio umano.

Questa ipotesi, comunque, non era mai stata finora esplicitamente dimostrata e mostrava numerosi punti oscuri, come i meccanismi evolutivi del linguaggio a partire da tale modello e la mancanza di una forma di comunicazione intermedia tra linguaggio animale e umano. Per questo motivo alcuni ricercatori hanno cercato di testare il modello sulle vocalizzazioni animali, analizzando le sequenze vocali di uccelli e mammiferi di sette taxa differenti: dai fringuelli bengalesi agli oranghi, dai pipistrelli alle orche. L’obiettivo era quello di capire se tali sequenze fossero meglio descritte da catene di Markov o da dinamiche non Markoviane. I risultati, pubblicati sul Proceedings of The Royal Society B, hanno mostrato che la maggioranza delle specie analizzate era più coerente con dinamiche non Markoviane, come il “processo di rinnovamento” (RP), caratterizzato da una forte tendenza a ripetere gli elementi. Questa scoperta rivela come la comunicazione degli animali sia caratterizzata da processi statistici complessi, che hanno caratteristiche molto più simili al linguaggio umano di quanto non si fosse sostenuto finora. Vocalizzazioni non così limitate, dunque, e divario tra il linguaggio umano e quello animale da riconsiderare.

Crediti immagine: chem7, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88