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Non solo BPA: i fenoli che influiscono sulla crescita fetale

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SALUTE – L’esposizione durante la gravidanza ad alcuni fenoli di comune utilizzo, in particolare i parabeni e il triclosan, può influire sulla crescita fetale dei maschi. Gli effetti, spiega una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Epidemiology, sono osservabili anche durante il primo anno di vita e a seguire. Dallo stesso studio è emerso che il bisfenolo A (noto anche come BPA, presente in oggetti come le bottiglie di plastica, le custodie dei CD e simili) non è al contrario associato con alcun tipo di modificazione nella crescita.

I parabeni sono ampiamente utilizzati come conservanti nella produzione di cosmetici, per evitare ad esempio che vengano contaminati da batteri e funghi (ne abbiamo parlato qui). Il triclosan, a sua volta, è un agente antibatterico impiegato all’interno di un’ampia gamma di prodotti come dentifrici e saponi. La famiglia dei fenoli comprende composti che agiscono da interferenti endocrini, interagendo cioè con gli ormoni legati all’acquisto di peso e alla crescita corporea.

Lo studio pubblicato su Epidemiology si è basato sull’osservazione di 520 bambini (tutti coinvolti nel programma EDEN madre-figlio di Inserm, l’Institut national de la santé et de la recherche médicale) le cui madri erano state ospedalizzate presso il Nancy and Poitiers University Hospitals tra il 2003 e il 2006, ovvero prima dell’entrata in vigore delle linee guida sul BPA -che dal 1 gennaio 2015 non sarà più utilizzabile nella produzione di tutti i tipi di confezioni per gli alimenti-. La crescita dei bambini è stata monitorata tramite ultrasonografia durante la gravidanza, misurandone poi peso e altezza dalla nascita fino al compimento dei tre anni. Per monitorare il BPA durante la gravidanza i ricercatori hanno esaminato campioni di urina delle madri, in cerca dei biomarcatori che rivelano l’avvenuta esposizione a determinati fenoli.

Come spiegano Rémy Slama e il suo team di scienziati, oltre il 95% delle madri coinvolte nello studio erano state esposte ai fenoli; l’esposizione ad alcuni in particolare aveva giocato un ruolo nella crescita dei figli. Più nello specifico, si legge sul paper, è stata evidenziata una correlazione negativa tra i livelli di triclosan e i parametri della crescita misurati nel terzo trimestre della gravidanza. Al contempo, la presenza di parabeni era invece associata a un maggior peso alla nascita, che si manteneva una costante nel tempo anche una volta raggiunti i tre anni d’età. La crescita accelerata nei primi anni di vita, spiegano i ricercatori, può aumentare il rischio di obesità via via che il bambino cresce. Per quanto riguarda gli altri tipi di fenoli, non è emersa una correlazione significativa tra la concentrazione nelle urine di BPA e la crescita pre e post-natale dei bambini.

Secondo gli autori dello studio, i dati raccolti sono particolarmente significativi perché per la prima volta la crescita è stata monitorata a partire dalla gravidanza, passando per la nascita e continuando le osservazioni mediche fino ad arrivare al compimento dei tre anni di età. Gli studi condotti in precedenza si erano concentrati solamente su uno di questi periodi critici, focalizzandosi in particolare sul BPA e tralasciando altri fenoli. Il team di Slama continuerà ora sulla stessa linea di ricerca, con l’intento tuttavia di analizzare stavolta anche i campioni di urina del bambino. Questo, spiegano, permetterà di ridurre gli errori nella misurazione dell’esposizione ai fenoli, e identificare quali sono i periodi nei quali questa ha maggior influenza sulla crescita. Nel nuovo studio verranno osservate anche le femmine, la cui sensibilità ai fenoli potrebbe rivelarsi differente rispetto a quella dei maschi.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: lunar caustic, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".