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Aspirina contro il cancro: c’è da fidarsi?

4497284119_4f2b92b633_zRICERCA – Da qualche anno si parla dell’aspirina come possibile alleato contro il cancro. Uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Oncology sembra dare questa conferma, anche se non mancano le perplessità.

L’aspirina (acido acetilsalicilico) è uno dei farmaci più conosciuti al mondo. Sviluppato per la prima volta più di un secolo fa, negli ultimi decenni si sono scoperti nuovi effetti potenzialmente benefici come la capacità di ridurre il rischio di ischemia o un effetto contro alcuni tipi di tumori. A questo proposito ci sono parecchi studi, l’ultimo di appena qualche anno fa, che sembrano dipingere l’aspirina come un possibile farmaco anti-cancro. Purtroppo, però, come quasi tutti i farmaci anche l’aspirina ha degli effetti collaterali anche piuttosto gravi, come emorragie e ictus.

Epppure questo farmaco, se assunto giornalmente, potrebbe davvero essere un’ottima strategia di prevenzione contro il cancro. Che fare, dunque?

Ecco spiegato il motivo di una nuova ricerca che aveva l’obiettivo di valutare la sicurezza dell’aspirina e, in particolare, il rapporto tra rischio e beneficio di una sua eventuale assunzione quotidiana. A realizzarlo sono stati dei ricercatori del Centre for Cancer Prevention della Queen Mary University of London che hanno messo insieme tutti i dati disponibili delle ricerche degli ultimi anni.
Il risultato è stato che i benefici di un’assunzione quotidiana di aspirina sono, fortunatamente, molto più alti dei possibili effetti collaterali. I numeri parlano di una riduzione del 35% dell’incidenza dei tumori all’intestino e 30% per tumori all’esofago, mentre gli effetti collaterali riguarderebbero, considerando persone di 60 anni, il rischio di emorragie gastriche, con un aumento tra 2,2 al 3,6% (mortali nel 5% dei casi) e ictus emorragici. In quest’ultimo caso l’aspirina sembrerebbe addirittura diminuire l’incidenza, aumentandone però fortemente la fatalità (21% di rischio in più).

Questi risultati considerano un utilizzo dell’aspirina ogni giorno per circa dieci anni. Secondo lo studio, gli effetti dell’aspirina sul cancro non sono evidenti fino a 3 anni dopo l’inizio della terapia e un aumento di dose non sembra avere ulteriori effetti benefici, ma solo più effetti collaterali. Jack Cuzick, tra i principali autori della ricerca, sostiene inoltre che i possibili benefici, dopo un ciclo di 10 anni continuo, continuerebbero anche a una volta smesso di assumere regolarmente l’aspirina.

Una visione decisamente ottimista, al punto che Cuzick consiglia il consumo giornaliero a tutte le persone tra i 50 e i 65 anni. “Assumere l’aspirina – ha detto Cuzick – sembra una delle opzioni più importanti che abbiamo oggi a disposizione per ridurre il rischio di sviluppare un tumore”.

Quindi tutto bene? Possiamo partire?

Sembrerebbe di no. Almeno a giudicare dal parere di altri scienziati come Julie Sharp del Cancer Research UK, che non crede sia ancora il momento per una strategia di prevenzione del tumore basata sull’assunzione giornaliera di aspirina.“Sembra estremamente promettente, – ha affermato – ma è essenziale assicurarci di bilanciare questi benefici con i possibili rischi a cui espone”.

E poi mancherebbero ancora informazioni importanti come la dose ottimale e le limitazioni per alcuni tipi di pazienti. Esistono soggetti più a rischio di subire effetti collaterali? E se sì, quali? Domande ancora senza risposte.

Dunque lo studio porta buone notizie, anche se ancora qualche indecisione, almeno sull’adozione di una strategia su larga scala, resta. Per ora, il consiglio migliore è quello di consultare sempre il medico e sperare che nel frattempo la ricerca possa fornire risposte ancora più chiare.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: cpradi, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88