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Se sei peloso senti meglio il bagnato

7160308728_d2f8b8e357_zRICERCA – L’umidità è questione di percezione e più la nostra pelle è pelosa, meglio percepiamo la sensazione di bagnato. Sì perché anche se a noi sembra che la sensazione che proviamo quando ci sediamo per caso su di una panchina bagnata al parco o su una sedia di un bar rimasta a lungo sotto la pioggia sia oggettiva, in realtà è costruita da una nostra percezione soggettiva. E l’aspetto più interessante è che la nostra pelle non ha in realtà dei recettori che rilevano l’umidità: la percezione di bagnato non è altro che una sensazione evocata dal nostro cervello basandosi sulle nostre esperienze precedenti.

Che cosa avviene dunque quando percepiamo una sensazione di bagnato? Secondo un gruppo di ricercatori della Loughborough University e Oxylane Research la percezione umidità si intreccia con la nostra capacità di percepire la temperatura, la pressione e la consistenza: più bassa è la temperatura, più si accentua la nostra sensazione di umidità. I risultati sono stati pubblicati su Journal of Neurophysiology.

In particolare, gli scienziati hanno anche osservato il ruolo delle fibre nervose – i nervi sensoriali che collegano la percezione della temperatura e le informazioni tattili dalla pelle al cervello – e l’effetto dell’umidità sulla ridotta attività del nervo. Infine, il gruppo ha ipotizzato che la pelle pelosa sarebbe più sensibile all’umidità perché più sensibile agli stimoli termici rispetto alla pelle glabra, che è più sensibile invece agli stimoli tattili.
Davide Filangeri e colleghi hanno esposto tredici studenti universitari maschi sani a stimoli umidi e freddi, testando sia la sensazione sugli avambracci dei soggetti, cioè nel caso di pelle pelosa, sia la punta delle dita, ovvero su siti di pelle glabra. I ricercatori hanno inoltre eseguito l’esperimento anche provando a bloccare la sensibilità del nervo in questione e i risultati ottenuti hanno confermato l’ipotesi iniziale: la percezione del bagnato è maggiore per gli stimoli freddi rispetto a quelli caldi. Inoltre, il team ha rilevato che i soggetti erano meno sensibili all’umidità quando l’attività del nervo veniva bloccata e che la pelle pelosa è più sensibile all’ umidità rispetto alla pelle glabra.

Questi esperimenti rappresentano il primo modello neurofisiologico di sensibilità all’umidità cutanea incentrato sull’integrazione multisensoriale, cioè un passo in avanti nella comprensione di come il nostro cervello incamera ed elabora questa sensazione di bagnato.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Martinak15, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.