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Quando useremo lo smartphone con i gesti

2230396236_815860b37e_zWHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Una app che permette di utilizzare il proprio smartphone tramite i gesti, senza toccare lo schermo: tenete il cellulare in una mano mentre muovete l’altra a mezz’aria, in un modo che ricorda molto il linguaggio dei segni. È il risultato del lavoro di Otmar Hilliges e il suo staff dell’ETH Zurich; l’algoritmo che lo rende possibile è opera di Jie Song, studente di Hilliges che ha presentato la app allo UIST (User Interface Software and Technology) di Honolulu, alle Hawaii.

Mimando con le dita una pistola che sta sparando, per esempio, potreste passare da un tab del vostro browser a un altro, oppure se vi trovate sulla mappa spostarvi tra vari tipi di visualizzazioni diverse. Ancora più intuitivo, se state giocando a un gioco di combattimenti aerei sul vostro smartphone, con una gestualità di questo tipo potreste abbattere i vostri nemici. Uno degli altri movimenti previsti dagli scienziati è l’apertura della mano, allungando tutte le cinque dita: in questo modo si può per esempio ingrandire la sezione di mappa che si sta osservando tramite zoom, oppure scorrere le pagine di un e-book in lettura.

Lo smartphone registra i movimenti della mano grazie a un’apposita videocamera integrata, che tuttavia non rileva la profondità o i colori dell’ambiente. Tiene traccia invece delle forme assunte dalle mani, la loro distanza (in modo da avvertire nel caso siano troppo vicine o lontane) e le parti di queste che si muovono. Infine il tutto viene ridotto a un outline e viene eseguito il comando a esso associato. “Molti programmi per il riconoscimento dei movimenti hanno bisogno di un processore molto potente e di molta memoria”, spiega Hilliges. L’algoritmo di Song sfrutta invece una porzione di memoria relativamente piccola, proprio quello che ci vuole per uno smartphone. Ed è grazie ai requisiti piuttosto modesti che secondo gli autori l’algoritmo potrebbe essere impiegato anche negli smartwatch o negli occhiali per la realtà aumentata.

I gesti che il programma è in grado di riconoscere correttamente per ora sono sei, ma i ricercatori ne hanno  già testati 16 e ritengono di non aver ancora raggiunto il limite teorico delle capacità della loro app. L’elemento più importante è che i gesti possono essere ricondotti a outline ambigue, ed è per questo che non si può implementare nel meccanismo di riconoscimento movimenti troppo simili tra loro. Anche questo è un aspetto sul quale il team di Hilliges lavorerà in futuro, per rendere la app più sofisticata.

Si chiedono infine i ricercatori: le persone che poi lo smartphone lo devono effettivamente usare troveranno interessante e pratica questa novità? Vorranno adattarvisi e imparare a sfruttarla? Secondo loro la risposta è sì. “Le persone si sono abituate a giocare ai videogiochi tramite i movimenti del proprio corpo”, spiega Hilliges. L’impatto non dovrebbe essere troppo più difficile di quello con il touchscreen, che inizialmente richiese non poco spirito di adattamento da parte degli utilizzatori degli smartphone. Per la app, o se non altro per parti della tecnologia che la compone, secondo i suoi ideatori esiste già spazio sul mercato.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: See-ming Lee, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".