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Dessert comune, mezza colpa

Non ci piace il senso di colpa ma ci piace condividerlo, come il dessert alla fine di una cena

88487835_369974fc09_zRICERCA – Nessuno di noi ama essere forzato a fare qualcosa. Non ci piace che siano gli altri a dirci cosa fare, vogliamo avere la libertà di decidere per noi stessi. Però, quando si parla di senso di colpa, quello sì che ci piace condividerlo. È così che, se siamo a cena con un’amico e lui insiste per prendere un dessert da condividere, ci facciamo convincere con piacere e ci sentiamo meno in colpa.

Stando a una ricerca pubblicata sul Journal of Consumer Reserch, il consumatore è più felice quando è qualcun altro a decidere che può lasciarsi andare in piaceri che normalmente lo farebbero sentire colpevole.
In uno degli esperimenti condotti dal team di Fangyuan Chen e Jadeep Sengupta, dell’Università di Hong Kong, a un gruppo di consumatori è stato chiesto di leggere un libro. A disposizione dei soggetti vi erano un libro educativo e uno divertente: alcuni potevano scegliere mentre ad altri veniva consegnato un libro e non avevano scelta.

I ricercatori hanno osservato che i lettori che avevano il libro educativo sperimentavano le stesse sensazioni (riguardo a colpa, piacevolezza, creatività) sia che fossero loro ad aver scelto il libro, sia che invece facessero parte del gruppo al quale il libro era stato semplicemente consegnato.
Al contrario i lettori che avevano il libro divertente perché gli era stato dato mostravano più alti livelli di vitalità e creatività e bassi livelli di colpa rispetto a quelli che il libro divertente lo avevano scelto liberamente. Non essere responsabili ci fa sentire la coscienza più pulita.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Chewy Chua, Flickr

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.