SCOPERTE

Un mago o un computer?

Un'intelligenza artificiale per creare trucchi e giochi di prestigio

15204215650_f6cf50d027_zSCOPERTE – Un gioco di prestigio nasce dall’intuizione di una persona, generalmente un bravo illusionista, e da tanta pratica per rendere tale gioco efficace e “magico”. Ma come dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychology, è possibile realizzare giochi di magia attraverso un’intelligenza artificiale. Questo è il risultato di alcuni ricercatori della Queen Mary University of London e i due primi programmi creati da tale intelligenza han già avuto un grande successo.

I trucchi di magia sono sempre stati di grande interesse per scienziati di vari ambiti perché l’effetto magico è un perfetto mix di principi scientifici e psicologici, nascosti da particolari doti manuali. Massimizzare l’effetto desiderato non è facile perché i vari aspetti vanno ben bilanciati e un buon risultato arriva dopo tentativi ed errori. Ma cosa succede quando l’intelligenza umana è sostituita o assistita da una macchina?

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno cercato di integrare i dati empirici sulla percezione e cognizione umana con gli algoritmi di un’intelligenza artificiale. Quest’ultima, infatti, è in grado di fornire effetti difficili da produrre per un umano, perché ha una capacità matematica e probabilistica molto più ampia della nostra e può calcolare tutti i possibili risultati di un’azione, in un modo molto efficiente.

La chiave dell’esperimento è stata quella di programmare l’intelligenza artificiale con una serie di database di trucchi di magia e dei risultati di esperimenti che analizzavano il modo in cui i vari giochi di prestigio venivano interpretati dagli spettatori. In questo modo l’intelligenza artificiale è stata in grado di comprendere il funzionamento e scopo dei trucchi di magia ed è stato possibile chiedergli di creare nuovi giochi, a partire da quelli esistenti presenti nei database, sempre con la necessità di risultare interessanti per dei possibili spettatori.

“Utilizzare un’intelligenza artificiale per creare trucchi di magia è un metodo perfetto per dimostrare le potenzialità delle intelligenze artificiali, e ci aiuta a migliorare le nostre ricerche sulla psicologia degli spettatori”, ha affermato Peter McOwan, uno degli autori dello studio.

Da questa ricerca, infatti, l’intelligenza è riuscita a produrre due giochi basati non sulla prestidigitazione, cioè la destrezza manuale del mago, ma su trucchi matematici. Il primo è un puzzle magico (in vendita nei negozi di magia di Londra) chiamato “The Twelve Magicians of Osiris”, che sfrutta alcuni principi di geometria basilari. Sono 12 forme forme geometriche che diventano magicamente 10, spostando alcuni pezzi. (il gioco si può provare nella versione stampabile su Qmagic). Il secondo è invece Phoney, un trucco di mentalismo che prevede l’utilizzo di carte da gioco e di un’app sullo smartphone. Funziona come alcuni trucchi della lettura del pensiero, tipici degli illusionisti, ma in questo caso il trucco riesce chiedendo allo spettatore un determinato numero di informazioni sulla carta estratta, apparentemente minimo.

Questa ricerca, quindi, dimostra che gli effetti magici possono essere implementati su dispositivi di calcolo e permette di creare non solo nuovi trucchi e giochi di prestigio, ma esplorare i meccanismi cognitivi alla base dell’esperienza dello spettatore

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Iwan Gabovitch, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88