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Sei felice quando parli con il tuo bambino? Se ne ricorderà

Secondo un nuovo studio momenti associati a emozioni positive vengono ricordati meglio

1062532768_4cf22c5c57_zRICERCA – Le prime passeggiate, i giochi, le prime parole. Per i genitori questi momenti si trasformeranno in ricordi indelebili, ma resterà qualche frammento anche nella memoria dei neonati?

Secondo uno studio della Brigham Young University pubblicato su Infant Behavior and Development, se il momento è associato a un’emozione positiva ci sono maggiori probabilità che il bambino se ne ricordi.

Un aspetto interessante dello studio riguarda proprio la sua realizzazione pratica. Infatti, condurre esperimenti sulla memoria dei bambini di 5 mesi non è cosa da poco, visto che non possono parlare. Per portare a termine lo studio lo psicologo Ross Flom e colleghi hanno utilizzato una tecnica di tracciamento del movimento degli occhi, detta eye tracking, in grado di misurare il tempo trascorso a fissare un’immagine.

I ricercatori hanno fatto vedere ai neonati una serie di filmati con adulti che gli parlavano con vari toni di voce (arrabbiata, allegra, neutra), mentre alla fine di ogni filmato compariva una figura geometrica. L’ipotesi di partenza è semplice: se il bambino passa molto tempo a guardare la figura significa che la vede per la prima volta o l’ha già vista in precedenza ma non se ne ricorda. Dopo una serie di test, gli scienziati hanno dimostrato che i bambini ricordavano meglio le figure viste dopo i filmati associati a sentimenti positivi.

“Le sensazioni positive aiutano a sviluppare l’attenzione dei bambini” – ha dichiarato Flom – “Così aumentano anche la capacità di elaborazione e di memoria”.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: christina rutz, Flickr

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Viola Bachini
Mi occupo di comunicazione della scienza e della tecnologia. Scrivo su giornali e riviste, collaboro con case editrici di libri scolastici e con istituti di ricerca per la comunicazione dei risultati al grande pubblico. Ho fatto parte del team che ha realizzato il documentario "Demal Te Niew", finanziato da un grant dello European Journalism Centre e pubblicato in italiano sull'Espresso (2016) e in spagnolo su El Pais (2017). Sono autrice del libro "Fake people - Storie di social bot e bugiardi digitali" (Codice - 2020).