SCOPERTE

Ecco i batteri intestinali che proteggono dalla malaria

6289093766_157087bdf0_z-1SCOPERTE – Come mai alcune persone sono più protette di altre dalla malaria? Secondo un team di ricercatori dell’Instituto Gulbenkian de Ciência (IGC) del Portogallo, esiste uno specifico gruppo di batteri intestinali che è fondamentale per proteggerci dalla malaria. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell e apre le porte alla realizzazione di vaccini in grado di salvare milioni di vite umane.

Sono tantissimi i batteri che vivono nel nostro organismo e in particolare nel nostro intestino. Miliardi e miliardi. E questi batteri formano il cosiddetto macrobiota umano, fondamentale per il nostro corretto metabolismo.

Molti gruppi di ricerca sono intenti a studiare questi organismi ed è noto che alcuni di questi batteri “buoni” producano sulla loro superficie delle particolari molecole di zucchero chiamate glucani. La loro presenza stimola il sistema immunitario che li riconosce e favorisce la produzione di anticorpi.

Qual è la scoperta di questa nuova ricerca?

Alcuni ricercatori dell’IGC hanno osservato che anche sulla superficie dell’agente infettivo della malaria, il parassita Plasmodium, è presente un glicano che viene chiamato “alpha-gal”. Questo glicano è identico a quello di un tipo di batteri che si trova nel nostro organismo (un ceppo di Escherichia coli).

Il gruppo di ricerca, guidato da Bahtiyar Yilmaz, ha quindi cercato di capire come differiva la risposta immunitaria con il Plasmodium e i batteri intestinali ed è stato scoperto che gli anticorpi prodotti in risposta all’alpha-gal dei batteri erano in grado di riconoscere anche il glicano del parassita. Non solo. Il sistema immunitario riusciva ad attaccare il parassita appena veniva inoculato da una zanzara portatrice di malaria, addirittura prima che il parassita entrasse nel circolo sanguigno.

Un risultato davvero sorprendente che spiegherebbe innanzitutto come mai nelle zone dove la malaria è ancora endemica molti adulti sembrino risultare protetti dalla malattia. Lo stesso discorso non vale invece per i bambini, come spiega Miguel Soares, tra gli autori dello studio: “Abbiamo osservato che i bambini sotto i 3 anni non hanno in circolo livelli sufficienti di anticorpi anti alpha-gal, il che potrebbe essere una delle ragioni della loro suscettibilità alla malaria”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nel 2012 ben 480 mila bambini sotto i cinque anni sono morti di malaria.

Per questo motivo i ricercatori hanno cercato di utilizzare fin da subito le informazioni appena acquisite, provando a vaccinare alcuni topi con una forma sintetica della molecola. Il risultato è stato ottimo e ha reso i ricercatori particolarmente ottimisti, perché è bastato indurre la produzione di alti livelli di anticorpi contro alpha-gal per attaccare ed eliminare il parassita Plasmodium; un’operazione piuttosto semplice ed economica.

Ora sarà importante verificare che tale metodo sia efficace anche sugli esseri umani. In caso positivo sarebbe possibile vaccinare milioni di bambini contro la malaria e salvare molte vite da una delle malattie più infettive del mondo.

@FedeBaglioni88

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Ed Uthman, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88