WHAAAT?

Intelligente come un piccione

Questi uccelli sanno tornare a casa da luoghi lontanissimi persino quando sono bendati, e a quanto pare imparano parole e categorie come fanno i bambini

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WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Se un giorno qualcuno per farvi un complimento dovesse dirvi “ragioni come un…” seguito dal nome di un animale, è probabile che tutto vi verrebbe in mente fuorché un piccione. Vorreste forse essere paragonati a un corvo della Caledonia, al massimo a un delfino, ma no, il piccione difficilmente si trova tra le vostre ambizioni. Eppure più gli scienziati studiano questi uccelli più si realizzano che il loro cervello, non più grande della punta del dito indice, lavora in un modo molto simile al nostro quando siamo ancora piccoli e impariamo parole nuove tramite apprendimento associativo.

Un piccione è in grado di categorizzare e riconoscere per nome sia gli oggetti presenti in natura sia quelli artificiali. E neanche pochi: durante una ricerca della University of Iowa i piccioni hanno organizzato 128 fotografie raggruppandole in 16 categorie, simultaneamente.  Guardavano la foto – l’immagine di un bambino, di un’automobile, di un cane, di un cappello e così via – e poi dovevano scegliere tra due categorie, una giusta e una sbagliata. Ci sono riusciti senza difficoltà. Secondo Ed Wasserman, professore di psicologia alla UI e tra gli autori dello studio pubblicato su Cognition, queste scoperte suggeriscono che c’è una straordinaria somiglianza tra il modo in cui i piccioni imparano l’equivalente delle parole e il modo in cui lo fanno i bambini.

«A differenza dei precedenti tentativi di insegnare parole ai primati, ai cani e ai pappagalli, non abbiamo usato metodi elaborati o indizi sociali. I nostri piccioni sono stati addestrati a riconoscere tutte e 16 le categorie insieme, in un modo molto più simile a quello in cui si insegnano parole e categorie ai bambini». L’obiettivo di Wasserman, che studia la cognizione animale da decenni, è ottenere sempre più prove a sostegno del fatto che gli animali – che si tratti di primati, uccelli o cani – sono più intelligenti di quanto pensiamo e che hanno molto da insegnare agli scienziati.

«Non è un compito semplice, studiare la cognizione animale. Ma proprio come sono migliorati i nostri metodi, lo sono anche la nostra comprensione e apprezzamento dell’intelligenza degli animali. Le differenze tra noi e loro esistono certamente: molte le conosciamo già. Ma potrebbero essere meno delle somiglianze. La nostra ricerca sulla categorizzazione nei piccioni suggerisce che queste somiglianze si estendono anche al modo in cui i bambini imparano le parole».

Quest’ultimo lavoro sui piccioni è la continuazione di un progetto avviato molti anni fa, nel 1988, quando i ricercatori scoprirono come i loro piccioni fossero in grado di distinguere tra quattro diverse categorie di oggetti. Il test di riconoscimento non è pensato specificamente per piccioni, precisa Wasserman, perciò è possibile metterlo in pratica per indagare le capacità di molte altre specie, a patto che siano in grado di interagire con lo schermo di un computer.

Lo specifico interesse del suo team di ricerca nei confronti di questi uccelli, tuttavia, deriva dal fatto che notoriamente sono considerati più intelligenti di molti altri animali; tra i loro vari talenti c’è un istinto di homing, che permette loro di tornare a casa persino quando si trovano a centinaia di chilometri di distanza (ci riescono anche se hanno gli occhi bendati). Questa linea di ricerca continuerà ora per approfondire la scoperta, in modo da poter affermare con sempre più certezza come vi sia un’analogia tra il modo di imparare di un piccione e quello di un bambino.

@Eleonoraseeing

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Michael Gil, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".