CULTURA

Cosa vi siete persi a febbraio

cosa vi siete persiCULTURA – Si può immaginare che le reazioni si siano divise, a seconda delle più intime inclinazioni personali, in «Oh mio dio sto diventando cieco» e «Siete chiaramente tutti ciechi»: in alcuni giorni la domanda sui colori di #thedress si è trasformata in uno dei maggiori fenomeni virali della storia. Con oltre 37 milioni di visualizzazioni del primo post della giornalista Cates Holderness su BuzzFeed, il tema ha suscitato un proliferare di articoli con spiegazioni scientifiche del fenomeno (per esempio qui, qui e qui, anche se nessuno spiega esattamente perché chi scrive lo veda blu e nero dal tavolo della cucina e bianco e oro dal divano). Ma è giusto che i giornali approfittino della popolarità di un meme per occuparsi di temi tanto frivoli? È esattamente quello che dovrebbero fare, sostiene Justin Peters su Slate (qui tradotto in italiano dal Post), che scrive: «Se sei il principale giornale di internet – una cosa a cui siti come BuzzFeed, Huffington Post e Slate puntano – allora faresti meglio a prendere nota degli interessi e delle priorità dei tuoi lettori».

L’intensità della risposta dei lettori ad alcune notizie non è un fenomeno isolato: alcune settimane fa il famoso neurologo e scrittore Oliver Sacks ha condiviso in un lucido e intenso op-ed sul New York Times la notizia del suo tumore terminale al fegato, e la reazione di molti lettori è stata partecipe e affettuosa. «Non posso fingere di non avere paura – scrive l’autore – ma il sentimento predominante è di gratitudine. Ho amato e sono stato amato; ho dato molto e ricevuto qualcosa in cambio; ho letto e viaggiato e pensato e scritto. Ho avuto un rapporto con il mondo, lo speciale rapporto degli scrittori con i lettori».

Circa un milione e mezzo di pazienti: questa, in Italia, la stima delle persone affette da epatite C; e potremmo essere di fronte a una rivoluzione, la possibilità di curare la malattia senza gli effetti collaterali degli attuali trattamenti. Il farmaco sofosbuvir, noto come Sovaldi, sembra essere molto efficace, ma troppo costoso: con 37 000 euro a trattamento, il farmaco rischia di sbancare il Sistema Sanitario Nazionale. Un bel pezzo di Daniela Minerva sull’Espresso.

Perché molti robot e assistenti vocali hanno voci femminili? La scelta avrebbe a che fare con il ruolo affidato alle macchine e con la nostra percezione del rapporto che possiamo instaurare con loro. Ma non c’è il rischio di estendere al mondo della robotica gli stereotipi di genere che ci portiamo dietro?

Siccome lo scorso mese non sono riuscita a suggerire la lettura di questo articolo sulle trentasei domande per innamorarsi, rilancio con il racconto dell’intreccio tra amore e ipocondria.

E a proposito di ipocondria, che male c’è? Ormai lo facciamo tutti di cercare i nostri sintomi su Google. Ma forse non pensiamo al fatto che i siti che visitiamo inviano le informazioni delle nostre ricerche ad altre aziende, esponendo di fatto informazioni sulle nostre malattie.

@ValentinaDaelli

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