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Se il BPA danneggia anche i denti

Stabilita un'associazione tra il Bisfenolo A e l'ipomineralizzazione di molari e incisivi nei bambini in età pediatrica

3910637625_8b87296568_zSALUTE – Torniamo a parlare di Bisfenolo A, il componente della plastica che viene continuamente sottoposto a nuove valutazioni per determinare i rischi che comporta per la salute umana in quanto interferente endocrino. Specialmente, a quanto pare, se a entrarvi in contatto sono le donne incinte e i bambini che già hanno mostrato sintomi di disturbi dello spettro autistico. Secondo una nuova ricerca esiste un’associazione anche tra l’esposizione al BPA e l’ipomineralizzazione di molari e incisivi (MIH), una problematica che colpisce lo smalto dei denti dei bambini in età pediatrica.

I ricercatori, che hanno da poco presentato i loro risultati al convegno annuale della Endocrine Society, hanno osservato questa associazione sullo smalto di un campione di ratti esposti al Bisfenolo A. I problemi che colpiscono lo smalto dei denti negli esseri umani, spiegano gli autori, potrebbero ora essere identificati come un primo segno dell’esposizione al BPA e/o ad altri interferenti endocrini. E la scoperta non è da poco, considerando che fino a poco tempo fa il BPA si poteva trovare anche nei contenitori di cibo per bambini e nei biberon (in Europa è stato bandito, per quanto riguarda questo impiego, nel 2011).

Lo smalto è ciò che copre e protegge i denti, spiegano gli autori della ricerca, e la MIH determina la comparsa su di esso di macchie bianche o marroni. I denti colpiti sono i molari e gli incisivi permanenti, che diventano molto sensibili, causano dolore al bambino e sono anche più a rischio di carie. Secondo gli ultimi dati riguardo all’ipomineralizzazione ne soffrirebbe il 18% dei bambini tra i sei e i nove anni.

Somministrando ai ratti piccole dosi di BPA (in quantitativi paragonabili all’esposizione umana) da quando erano feti fino a 30 giorni di vita, i ricercatori hanno notato che i loro denti subivano problematiche simili a quelle che caratterizzano la MIH negli esseri umani. Specialmente nei ratti maschi. In una seconda parte dello studio hanno poi osservato, in coltura cellulare, degli ameloblasti, cellule presenti solamente durante la formazione dello smalto dentale (la cosiddetta amelogenesi). Si sono accorti che gli ormoni sessuali influenzano fortemente le cellule epiteliali dentali.

“Il nostro studio ha mostrato per la prima volta che il BPA colpisce le cellule dei denti, e di conseguenza la sintesi dello smalto, sfruttando target molecolari simili a quelli presenti in altri organi”, spiega Sylvie Babajiko del French National Institute of Health and Medical Research (INSERM) di Parigi, tra gli autori. Queste molecole sono infatti dei recettori per gli ormoni steroidei coinvolti non solo nello sviluppo degli organi ma anche nell’omeostasi endocrina e nello sviluppo di tumori ormoni-sensibili.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: BPA, un componente della plastica che continua a far parlare di sé

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Jinx!, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".