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Vedere la biologia

Si chiama SciVis ed è un progetto italiano che integra la biologia all'animazione grafica

MULTIMEDIA – Nato formalmente nel 2005, il progetto SciVis ha una lunga gestazione che segue i veloci avanzamenti della biologia e i passi da gigante della computer graphics. “Quando studiavo biologia all’università” – ci racconta Monica Zoppè, una delle fondatrici del progetto – “pensavo che sarebbe stato bello riuscire a vedere quello che succede dentro le cellule, come se fosse un film”. Poi negli anni 2000 due cose hanno coinciso per raggiungere questo obiettivo: l’aumento delle conoscenze nella biologia strutturale e la possibilità di costruire virtualmente in 3D qualsiasi tipo di ambiente, riproponendolo in video con immagini convincenti.

E a questo punto il desiderio di Monica e dei colleghi si va concretizzando. Dopo vari finanziamenti regionali, nasce il gruppo SciVis, composto da programmatori, fisici, chimici, matematici e biologi. Insieme sviluppano BioBlender, uno strumento informatico che si interfaccia con un pacchetto di computer graphics, essenziale per produrre le prime animazioni molecolari. Nei primi lavori i protagonisti sono quasi esclusivamente le proteine. “Da un punto di vista visivo solo le proteine sono davvero interessanti” – spiega Monica Zoppè – “nel DNA ci sono sì tutte le istruzioni, ma la varietà delle forme e delle attività delle proteine non è paragonabile. È un po’ la differenza che ci può essere tra una sceneggiatura e il film vero e proprio: dalla stessa sceneggiatura, a seconda degli attori e dei registi scelti, si potrebbero trarre film assai differenti”.

Proteine ma non solo. Infatti per rispondere a una competizione internazionale, il gruppo di SciVis produce un’animazione che illustra in che modo la ricerca possa far avanzare le conoscenze su HIV, con lo scopo di convincere i decisori politici (in quel caso americani) a mantenere i finanziamenti. “Noi abbiamo voluto aggiungere anche un messaggio per il pubblico in generale” – racconta Monica Zoppè – “perché non dobbiamo pensare che il problema HIV sia scomparso, solo perché si vede meno. Bisogna continuare la ricerca, ed anche l’informazione”.

“L’ultima produzione, poi, è stato un lavoro di grande soddisfazione”, conclude Monica, “perché è stato richiesto da una casa di produzione cinematografica tedesca”. Il film, dal titolo The Dark Gene, dovrebbe uscire nelle sale quest’estate, anche se non si conosce ancora se sarà distribuito in Italia.

@giulirocko

Crediti immgine: 401(K)2012, Flickr

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Giulia Rocco
Pensa e produce oggetti multimediali per il giornalismo e l’editoria. L’hanno definita “sperimentatrice seriale”.