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Science & Diplomacy – Notizie dal mondo della cooperazione scientifica

Ogni settimana le principali notizie dal mondo della cooperazione scientifica internazionale

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Top story

Il futuro dell’esplorazione dello spazio passa da Kiev

«La Roscosmos e la NASA collaboreranno al progetto per una nuova stazione spaziale», ha annunciato Igor Komarov, capo dell’agenzia spaziale russa, al termine di alcune consultazioni avvenute con l’agenzia americana al cosmodromo di Baikonur. Ma Putin non sembra essere tanto d’accordo.

Nel 2024 la Stazione Spaziale Internazionale finirà il suo ciclo operativo ed è naturale che già oggi ci si chieda quali sviluppi futuri avrà l’esplorazione spaziale. Charles Bolden, amministratore della NASA, ha dichiarato che la prossima cooperazione in ambito spaziale sarà focalizzata su Marte, o almeno sulla Luna. Anzi, sembra che una decisione sia stata sostanzialmente già presa, avendo precisato che «stiamo già discutendo su come usare al meglio le risorse, anche economiche, per evitare sovrapposizioni e creare una tempistica definita».

Tutto deciso, quindi? No, tutt’altro. Le fortissime tensioni tra amministrazione Obama e Putin hanno creato un mistero attorno alla dichiarazione di Komarov. Poche ore dopo che era stata lanciata, infatti, il vice Primo Ministro Dmitry Rogozin ha twittato: «Il governo russo studierà attentamente i [risultati dei] colloqui tra Roscosmos e NASA e prenderà successivamente una decisione». Insomma, anche il futuro della cooperazione spaziale sarà un’arma diplomatica nel confronto tra Stati Uniti e Russia.

Big Science

HUMAN BRAIN PROJECT – Lo Human Brain Project, il grande progetto di ricerca europeo di mappatura del cervello, sembra scontentare quasi tutti. Un nuovo articolo su Scientific American fa il punto sul “muro contro muro” in atto tra i neuroscienziati, che in una lettera aperta della scorsa estate hanno accusato il progetto di una gestione autocratica e poco attenta ai bisogni della scienza, e i responsabili politici, che spingevano verso un progetto di ricerca applicata e meno di base. Per tentare di mediare, a settembre era stata creata una commissione d’inchiesta indipendente che ha pubblicato il suo verdetto la settimana scorsa: sì, lo Human Brain Project sta fallendo e bisogna ripensarlo integralmente.

Europa

HORIZON 2020 – Il programma europeo di finanziamento alla ricerca da 80 miliardi di euro sembra non aver tregua. Dopo essere stato oggetto di uno scontro tra Israele e l’Unione Europea, dopo esser stato usato come arma di ricatto contro il referendum svizzero sull’immigrazione, dopo essere stato al centro della polemica tra un nutrito gruppo di scienziati e la nuova commissione Juncker (che non ha mai fatto mistero di voler puntare sulla ricerca applicata, piuttosto che su quella di base), ecco che adesso sotto i riflettori sono finite le grant application, le richieste dei fondi di H2020 per la ricerca. I tagli ai budget di ricerca nazionali si sono fatti sentire: in poco più di un anno, H2020 ha ricevuto più di 45.000 richieste, con un tasso di successo veramente basso (il 14%), ancora più basso rispetto al Settimo Programma Quadro. Non a caso, Carlos Moedas, il commissario europeo alla ricerca scientifica, già ora sta pensando se dare una seconda chance per chi non ce l’ha fatta al primo giro.

UCRAINA – L’integrazione dell’Ucraina nell’orbita dell’Unione Europea procede spedita, anche nell’ambito della cooperazione scientifica. La settimana scorsa, durante una cerimonia a Kiev, il commissario UE Carlos Moedas ha ufficializzato la possibilità per i ricercatori e le imprese ucraine di accedere ai fondi di Horizon 2020. Adesso manca solo la ratifica dell’accordo da parte del parlamento ucraino.

BIELORUSSIA – Grande attività in Bielorussia. Quasi totalmente isolato in Europa,  il paese ex (o neo-)sovietico sembra aver ritrovato una certa voglia di internazionalizzare la sua ricerca. Se l’accordo con alcuni enti di ricerca siberiani sullo scambio di “risorse genetiche” in ambito agricolo rientra nella politica di contiguità col vicino russo, più particolare sembra invece essere l’istituzione di un fondo di ricerca comune con il Pakistan (con il tacito ma chiaro placet di Mosca).

Dal mondo

MAROCCO – Il Marocco sembra decisamente puntare sulla cooperazione scientifica. Dopo aver stretto un recente accordo di cooperazione con la Turchia in tal senso, ha deciso di volersi inserire con più forza in una istituzione di cooperazione scientifica e culturale tra paesi islamici, la Islamic Educational, Scientific and Cultural Organization (ISESCO).

EGITTO – L’International Council for Science (ICSU), una delle più antiche organizzazioni internazionali con lo scopo di rafforzare la cooperazione scientifica, sta avendo notevoli problemi. In breve, alcuni suoi membri stanno fortemente criticando l’organizzazione per il fatto di non essere più al passo con i tempi. Il primo gennaio scorso la International Union of Biochemistry and Molecular Biology (IUBMB) ha cancellato la propria adesione, criticando la scarsa attenzione che la ICSU dà alla biologia molecolare. Invece l’Egitto, che ha minacciato di andarsene proprio in questi giorni, accusa l’organizzazione di essere troppo filo-occidentale.

@gia_destro

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Christopher Michel, Flickr

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