SCOPERTE

Scoperto un pesce col “sangue (più) caldo”

È stato trovato per la prima volta un pesce che, grazie a un particolare scambiatore di calore, riesce a mantenere una temperatura ben più alta di quella ambientale

150514142944_1_540x360SCOPERTE – Trovato per la prima volta un pesce che mantiene il sangue più caldo di quello dell’ambiente, il pesce re (Lampris guttatus). La notizia ha fatto il giro del globo, anche se il termine “a sangue caldo” può essere frainteso. La scoperta comunque, ad opera di un gruppo di ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), è davvero incredibile ed è stata descritta in un articolo pubblicato su Science.

Vediamo però di capire meglio in che cosa consiste questa novità.

Normalmente i pesci sono animali a sangue freddo (ectodermi), ovvero che hanno la temperatura del corpo in base a quella dell’ambiente che li circonda. Non si conoscono pesci a sangue caldo, anche se esiste qualche piccola eccezione come certi squali e tonni che, in quanto predatori, hanno la necessità di compiere forti accelerazioni. Questo comporta un innalzamento della temperatura per brevi momenti nelle zone muscolari: per questo motivo questi organismi sono chiamati endotermi regionali.

Il pesce re riesce invece a mantenere tutto il corpo costantemente a una temperatura di 5° C più alta rispetto a quella del loro ambiente, generalmente freddo visto che vive in acque profonde (fino a 400 metri).

Qual è il meccanismo alla base? Una sorta di scambiatore di calore. Nei pesci come squali e tonni i capillari venosi che provengono dall’interno del corpo sono scaldati dai movimenti muscolari e si intrecciano con quelli arteriosi ricchi di ossigeno che sono freddi, perché provengono dalle branchie e cioè vicino all’ambiente esterno. Questa caratteristica li rende ottimi predatori perché hanno riflessi più pronti e movimenti più rapidi per intercettare i piccoli pesci a sangue freddo dei quali si nutrono. Questo però lo possono fare per un periodo limitato perché il resto del corpo mantiene la temperatura dell’ambiente, soprattutto se in profondità.

Nel caso del pesce re, invece, la rete di capillari dove avviene lo scambio di calore non si trova attorno ai muscoli, ma vicino alle branchie, protette da un tessuto grasso che isola il corpo dall’acqua fredda dell’ambiente.

In questo modo il pesce riesce col movimento muscolare a mantenere caldi tutti gli organi interni in modo costante anche a grandi profondità e senza dover risalire in acque più miti, rendendolo un predatore ancora più temibile.

Non si tratta dunque di un vero pesce a sangue caldo: l’omeotermia, caratteristica di uccelli e mammiferi termoregola la propria temperatura indipendentemente dall’ambiente esterno (salvo eccezioni, fonte “La civiltà planetaria”). Né si tratta del primo pesce in grado di avere “sangue caldo”, come mostrano gli esempi di squali e tonni.

Rappresenta invece il primo pesce che è in grado di mantenere costantemente una temperatura diversa e più alta di quella ambientale, grazie a un meccanismo per trattenere il calore generato dal movimento muscolare. Se il pesce re non si muovesse infatti, a differenza degli esseri umani per esempio, esso tornerebbe ad avere il sangue freddo.

@FedeBaglioni88

Leggi anche: Come i pesci hanno imparato a generare campi elettrici

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: NOAA Fisheries/Southwest Fisheries Science Center

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88