CULTURALIBRI

LIBRI – Atlante delle cose nuove

Noi e le nuove tecnologie, dalla A di “anonimato” alla V di “videoclip”

ATLANTE_3D1LIBRI – In totale sono quarantotto le parole che Andrea Girolami, staff editor di Wired e giornalista, sceglie per cercare di fare il punto su come le nuove tecnologie hanno cambiato e stanno cambiando le nostre vite quotidiane, nella pratica ma anche nella teoria. Nelle azioni di tutti i giorni ma anche nella percezione di noi stessi. Questa piccola antologia di parole s’intitola Atlante delle cose nuove ed è edita da Indiana Editore.

Il vocabolario proposto è ricco e volutamente eterogeneo: alcune le parole non sono neppure immediatamente legate alla tecnologia. Nell’Atlante delle cose nuove (“una sorta di hard disk esterno in cui ho riversato gli ultimi dieci anni della mia vita”, confessa l’autore nell’introduzione) il lettore vive un’esperienza decisamente attiva e inizia a considerare parola dopo parola il proprio rapporto con i suoi dispositivi elettronici e sul grado di (in)dipendenza da essi. Anche perché ormai si può essere connessi, digitali e nel mondo virtuale anche non facendo nulla di apparentemente virtuale.

Lo spiega bene la voce “Corsa”, in cui Girolami racconta di come le grandi aziende informatiche e di abbigliamento si siano alleate per rendere digitali, social e condivisibili su tante piattaforme anche esperienze concrete e ben lontane dallo stare seduti “nelle nostre camerette” – espressione iconica, che ritorna spesso nel libro – quali le corse, gli allenamenti, i giri in bicicletta. E ancora: se pensate che le danze un po’ selvagge di un concerto punk non c’entrino nulla con la tecnologia, andate a vedere alla voce “pogo” per ricredervi.

Questo confronto costante con la tecnologia che ognuno di noi a modo suo affronta porta inevitabilmente a profonde rivisitazioni anche di concetti filosofici veri e propri (“identità”, “ego”, “futuro”, “morte”, “pratica” sono parole che figurano nell’Atlante di Girolami). Tuttavia l’aggiornamento continuo che smartphone e soci impongono a parole e idee che da millenni ci mettono alla prova non risparmia parole ben più recenti, come “pc” e “desktop”: se da un lato qualche anno fa il desktop del nostro pc era la controparte virtuale della nostra cameretta oggi ormai i nostri documenti sono sempre più immateriali: neppure codificati in qualche bit custodito fisicamente lì, nel nostro pc, bensì depositati sui server delle grandi compagnie fra cui Google, Apple, Adobe, Dropbox e Facebook. Documenti, progetti di lavoro, foto delle vacanze che svolazzano così nelle nuvole dei servizi cloud, pronti a seguirci ovunque, sullo smartphone, su qualsiasi computer, sui tablet. Dal treno all’aeroporto, in mezzo alla folla, in ufficio o a scuola e sempre di meno nelle nostre camerette.

@enricobergianti

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.