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ll dinosauro incoronato

La descrizione del Regaliceratopo ha permesso di scoprire una nuova specie di dinosauri erbivori

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SPECIALE GIUGNO – Il suo soprannome coincide con quello del figlio del diavolo, Hellboy. Come quest’ultimo infatti ha un paio di corna che  rendono bugnosa la sua fronte. Ma non gli manca neppure una corona, fatta di spine ossee triangolari. Ed è questa che ha ispirato il suo nome scientifico, Regaliceratops peterhewski,  che vuol dire appunto “faccia incoronata”.

Stiamo parlando dell’ultimo dinosauro scoperto tra le rocce dello Utah, una decina di anni fa da Peter Hewski e di cui è stata pubblicata una descrizione dettagliata su Current Biology il 4 giugno scorso.
Grazie a questo studio approfondito, i ricercatori sono stati in grado di stabilire i rapporti di parentela del Regaliceratopo con gli altri dinosauri erbivori, nonché la linea lungo cui si è evoluta la sua specie. Hellboy appartiene al gruppo degli erbivori con le corna, i ceratopsiani, una famiglia che si sta espandendo sempre più in seguito a nuovi ritrovamenti. In particolare, il Regaliceratopo è un parente stretto del più famoso Triceratopo: entrambi fanno parte del gruppo dei casmosauri.

Quando si trova il fossile di un nuovo esemplare “i paleontologi lo confrontano con resti di organismi simili”, ha spiegato Ausonio Ronchi, stratigrafo presso l’Università di Pavia e scopritore del fossile di un grosso vertebrato-sinapside nelle rocce tardo-paleozoiche nei pressi di Alghero, lAlierasaurus Ronchii. “Quando i resti hanno differenze sostanziali rispetto agli organismi già conosciuti, si attribuiscono a una nuova specie o addirittura a un nuovo genere”. Le misure delle dimensioni delle ossa fossili, il tipo di rocce in cui l’animale è incluso e la ricostruzione dell’ambiente dell’epoca, sono indizi preziosi per ricostruire la vita di organismi estinti. La descrizione di questo nuovo rettile e primo grande vertebrato paleozoico italiano sono state descritte in un recente articolo pubblicato dal Journal of Vertebrate Paleontology.

Nel caso del Regaliceratopo, molte delle sue caratteristiche anatomiche lo collocano all’interno dello stesso gruppo dei Triceratopi, ma non mancano le particolarità. Le sue corna sono l’opposto di quelle del Triceratopo: grandi sul naso, piccole sugli occhi, dotate di spine ornamentali sulla corona. Tali peculiarità lo rendono del tutto simile ai centrosauri, l’altro grande gruppo appartenente ai ceratopsiani. I centrosauri tuttavia, si sono estinti parecchio tempo prima rispetto al Regaliceratopo, il cui scheletro è databile intorno ai 68 milioni di anni fa, nel Cretaceo, poco prima dell’estinzione dei dinosauri.

Si è verificata insomma un’evoluzione convergente, per cui un membro di un gruppo ha assunto le caratteristiche fisiche dell’altro gruppo, peraltro vissuto molto tempo prima.
Questo non mette in dubbio l’appartenenza del Regaliceratopo al gruppo dei casmosauri, perché le altre caratteristiche del corpo lo collocano lungo questa linea evolutiva.

In molti casi, l’evoluzione di particolari caratteristiche che differenziano un animale dagli altri dipendono dall’ambiente o dalla necessità di trovare più facilmente del cibo. Questo è quanto accaduto nel caso dello Spinosauro, un enorme dinosauro predatore, il cui scheletro è stato ritrovato in nord Africa e che ora è esposto in mostra a Milano, presso il Palazzo Dugnani fino al 10 gennaio 2016.

Le ossa compatte e dense per contrastare il galleggiamento, la presenza di particolari recettori nel muso per rilevare le variazioni di pressione (come un sonar), le gambe corte dai piedi palmati per muoversi su un terreno soffice e per nuotare, i denti conici per afferrare i pesci sono alcune delle principali peculiarità di questo dinosauro. “Le caratteristiche dello Spinosauro si sono sviluppate per sfruttare prede come i pesci e gli animali fluviali, perché sulla terra ferma avrebbero dovuto competere con molti carnivori di grandi dimensioni. Nell’acqua invece, avevano la possibilità di trovare molte prede ”, ha spiegato Simone Maganuco, paleontologo e curatore della mostra. Le caratteristiche così eccezionali di questo dinosauro sono state descritte in un recente articolo pubblicato su Science.

Nel caso del Regaliceratopo, le differenze evolutive sono legate a strutture che non servono tanto per sopravvivere in un ambiente ma che piuttosto hanno una valenza di segnale all’interno del branco. Le corna infatti servono per combattere, ma soprattutto per lanciare segnali e dimostrare il proprio ruolo all’interno del gruppo. Queste tra l’altro, sono caratteristiche che evolvono piuttosto rapidamente.

Visti tutti questi ritrovamenti, anche in quella terra che sarebbe poi diventata lo Stivale sono stati trovati resti di dinosauri? In Italia sono stati trovati dinosauri particolari, a causa della peculiare conformazione del terreno. Quella che oggi è l’Italia, all’epoca dei dinosauri era un mare, con basse terre emerse, delimitate da due continenti: a nord la Laurasia e a sud il Gondwana. “In Italia erano dunque presenti poche specie con caratteristiche insulari particolari” ha spiegato Marco Petruzzelli, dottorando presso dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari. I resti di alcuni di questi dinosauri sono stati ritrovati: un Adrosauro a Trieste, alcuni resti nei pressi di Milano, il cucciolo più completo al mondo a Benevento e il frammento di osso, probabilmente di un rettile volante in Sicilia.

“I restanti ritrovamenti sono icnologici, cioè consistono in resti di orme di dinosauro”, e di queste scoperte è stato protagonista Petruzzielli con i 30 ritrovamenti di orme scoperti in Puglia. “Nel caso delle orme, è più difficile risalire alla specie e alle sue caratteristiche. Anche le orme però ci danno importanti indizi sulle comunità che hanno attraversato le terre emerse durante le epoche preistoriche”.

Di certo i dinosauri non smetteranno di riservarci altre sorprese: essendo vissuti per un arco temporale pari a 160 milioni di anni, hanno potuto differenziarsi con caratteristiche molto diverse,  molte delle quali forse sono ancora da scoprire.

@AnnoviGiulia

Leggi anche: Un paleontologo nel parco dei dinosauri

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Ricostruzione del Regaliceratopo (Museo di Paleontologia di Alberta, Canada)

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.