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Olio extravergine: alleato contro il diabete

L'olio extravergine riduce la glicemia e potrebbe spiegare l'effetto antisclerotico della dieta mediterranea oltre ad aprire spiragli su una sua somministrazione nei pazienti

6896388410_a164b4eed2_zRICERCA – Curare il diabete potrebbe essere più facile con un alleato: l’olio extravergine d’oliva. Secondo uno studio pubblicato da un team di ricercatori della Sapienza di Roma e pubblicato su Nutrition & Diabetes un particolare olio extra vergine d’oliva aumenta le incretine, ormoni che riducono la glicemia nel sangue.

La dieta mediterranea è considerata un’alimentazione sana con un ridotto rischio di problemi cardiovascolari. I benefici per la salute sono stati attribuiti a vari nutrienti e anche al consumo di grassi monoinsaturi, come l’olio extravergine di oliva. Per capire meglio il ruolo di questo condimento così apprezzato, il team guidato da Francesco Violi, professore Ordinario di Medicina Interna, ha analizzato i profili glucidici e lipidici di 25 soggetti sani randomizzati, somministrando una dose di 10 grammi di olio extravergine di oliva di un’area geografica specifica della provincia di Viterbo. I partecipanti allo studio consumavano pasti “standard” di una dieta mediterranea, secondo una metodologia chiamata “cross-over”, nel quale trattamento e controllo sono somministrati alle stesse persone.

I ricercatori hanno studiato i profili glucidici e lipidici dei soggetti prima e dopo il pasto, mettendoli a confronto con pranzi dove o non era presente olio extravergine di oliva (studio I) o dove al suo posto veniva usato olio di semi (studio II).

Il risultato è stato che quando i soggetti assumevano olio extravergine d’oliva avevano livelli più bassi di glicemia (media 20 mg%) e livelli più alti di insulinemia (quantità di insulina presente nel sangue). Questo avveniva anche rispetto ai pasti con consumo di olio di semi.

Non solo. Si è scoperto che vi era anche un aumento delle incretine e una riduzione del colesterolo serico. L’olio extravergine di oliva potrebbe quindi avere la funzione di antidiabetico orale, in modo simile ai farmaci di nuova generazione. Le incretine, infatti, sono ormoni naturali prodotti a livello gastrointestinale che abbassano il livello di glicemia nel sangue. Ormoni che aumentano nel sangue con l’assunzione di olio d’oliva. Questo è il primo studio che ci dà un indizio sul meccanismo d’interferenza del metabolismo del glucosio da parte dell’olio.

“La riduzione della glicemia e del colesterolo post-prandiale – ha affermato Francesco Violi – apre nuove strade circa l’uso dell’olio di oliva nella dieta per prevenire le complicanze cardiovascolari dell’arteriosclerosi”.

E infatti la sperimentazione è continuata su alcuni soggetti affetti da diabete con risultati positivi. Questo è il primo passo per progettare un’adeguata terapia che tenga conto degli effetti benefici dell’olio extravergine d’oliva non solo per i diabetici, ma in generale per la cura dell’arteriosclerosi e di altre complicanze come infarto e ictus.

@FedeBaglioni88

Leggi anche: Lo smart patch per l’insulina, una svolta per il diabete

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: U.S. Department of Agricolture, Flickr

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88