ricercaSALUTE

Sexting e sicurezza online preoccupano più del fumo

Ora negli Stati Uniti sono diventati due dei principali health concerns, anche se gli adulti di paesi diversi vedono le problematiche infantili in modo molto diverso

sexting

SALUTE – Si sente spesso parlare di sexting, ovvero dell’invio di messaggi e foto sessualmente espliciti tramite lo smartphone, il pc, in chat. Negli ultimi anni questo fenomeno è diventato sempre più comune, crescendo di pari passo con l’aumento degli adolescenti e ragazzi che da giovanissimi già possiedono un cellulare e/o un qualche tipo di supporto elettronico. Anche se in merito all’età corretta per avvicinare i bambini ai device elettronici  c’è un dibattito piuttosto fitto.

Ora negli Stati Uniti il sexting, insieme alla sicurezza online, è diventato uno dei principali health concerns del sondaggio condotto ogni anno dal C.S. Mott Children’s Hospital, il National Poll on Children’s Health, entrando a fare parte delle questioni considerate più gravi quando si parla di salute.

Rispetto al 2014, la sicurezza online è balzata dall’ottavo al quarto posto, subito prima della violenza a scuola e del fumo. Il sexting è stato però la voce a fare il salto più grosso: lo scorso anno occupava la 13esima posizione, quest’anno si trova alla sesta. In cima a questa triste “classifica” per il secondo anno di fila troviamo l’obesità infantile, il bullismo e l’abuso di droghe, tutti temi più che mai attuali anche in Italia (i nostri bambini sono tra i più grassi d’Europa e le conseguenze del bullismo sono tristemente note), specialmente nell’ultimo periodo. L’abuso di minori si trova al quinto posto, mentre il fumo e l’utilizzo di tabacco (solitamente in cima alla lista) è passato dalla quarta posizione alla settima.

Una situazione che riflette come da una parte i cambiamenti che riguardano la tecnologia stiano portando benefici e progresso nella vita di tutti noi, dall’altra una grande fetta della popolazione, quella giovane e più vulnerabile, sia in realtà più in pericolo e – probabilmente – anche poco informata rispetto a quali siano i rischi legati all’utilizzo di internet. E alla facilità con la quale una semplicissima foto inviata tramite Whatsapp possa fare il giro del paese in men che non si dica, con conseguenze gravissime. In tutto il mondo si conoscono casi di adolescenti che, a seguito della diffusione delle loro fotografie “private”, si sono suicidati.

I numeri del sexting sono elevati anche tra gli adulti, senza troppa sorpresa. Da un sondaggio condotto su 870 persone tra i 18 e gli 82 anni è emerso che l’82% di loro aveva fatto inviato fotografie a sfondo sessuale nell’ultimo anno, e all’88% era comunque capitato nel corso della vita. L’altra scoperta è stata che a fare sexting nel corso di una relazione stabile erano principalmente le persone che già condividevano con il partner una relazione sessuale soddisfacente. La differenza rispetto alle giovani generazioni è che per adulti e anziani il sexting e la sicurezza informatica non sono ancora considerati una questione così grave, un health concern tra i primi della lista.

“Abbiamo scoperto che gli adulti di diversi paesi degli Stati Uniti vedono la salute infantile e i problemi a essa legati in modo diverso”, spiega Matthew M. Davis della Child Health Evaluation and Research Unit alla U-M Medical School. “È importante capire le priorità di comunità diverse, in modo da proteggere i bambini e permettere loro di avere una vita più sicura e sana possibile”.

Per gli adulti di origine afroamericana, ad esempio, sexting e sicurezza informatica non erano assolutamente ai primi posti, sostituiti invece dalla depressione, dalla sicurezza a scuola e dall’abuso di alcol. Soffrire la fame, al contrario, è passato per loro dalla 15esima posizione alla decima.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Musica e adolescenti, perché suonare fa bene

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Phil Campbell, Flickr

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".