SCOPERTE

Galassie come la Via Lattea all’origine dell’Universo

500 milioni di anni dopo il Big Bang l'universo sarebbe stato più ordinato del previsto

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SCOPERTE – Una recente simulazione al computer su larga scala suggerisce per la prima volta che enormi galassie simili alla nostra Via Lattea potrebbero essere esistite nei primissimi giorni dell’universo. Un’ipotesi che condurrebbe alla conclusione che circa 500 milioni di anni dopo il Big Bang, l’universo era in realtà più ordinato e strutturato di quanto crediamo.

La simulazione è stata realizzata da un team di fisici della Carnegie Mellon University e dall’Università di Berkeley sulla base delle osservazioni del telescopio WFIRST e del James Webb Space Telescope, e i risultati sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal Letters.
“È pazzesco pensare che galassie simili alla nostra potevano esistere in un periodo così antico nella storia dell’universo – spiega Tiziana Di Matteo, una degli autori dello studio. “Le osservazioni più lontane, eseguite da Hubble, hanno coperto solo una piccola parte di cielo, individuando galassie irregolari in epoche così lontane. Non sorprende che in queste piccole porzioni di cielo le galassie osservate non avessero una morfologia regolare come una grande galassia a disco”.
Inoltre fino a oggi le simulazioni numeriche sono state limitate quanto a grandezza, rendendosi precise solo per galassie di piccole dimensioni.

La simulazione realizzata oggi invece, chiamata BlueTides, è 100 volte più ampia rispetto alle precedenti, talmente grande da monopolizzare la memoria di BlueWater, il supercomputer della National Science Foundation (NSF), e circa 1 milione di CPU per completare la simulazione.

Dopo aver individuato le galassie, i ricercatori sono riusciti anche a determinarne qualche proprietà: luminosità, morfologia, colore, in modo che quando telescopi come WFIRST e JWST saranno online, potranno cercare galassie simili a quelle individuate tramite la simulazione. “Se i risultati della simulazione verranno confermati dalle osservazioni – conclude lo studio – potrà essere una prova importante per la teoria della materia oscura fredda, una delle possibili teorie sulla formazione delle galassie nell’universo primordiale.

“Oggi siamo in una fase molto stimolante della ricerca cosmologica” conclude Di Matteo. “Prima non potevamo studiare le galassie a disco in un periodo così antico utilizzando i telescopi perché queste galassie erano troppo rare e non potevamo nemmeno utilizzare simulazioni al computer, perché i nostri computer non erano abbastanza potenti. Oggi invece la tecnologia ci permette di tentare entrambe le strade.”

@CristinaDaRold

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: European Southern Observatory, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.